L'aumento delle importazioni di mirtilli freschi, refrigerati o congelati non danneggia gravemente l'industria statunitense, secondo la determinazione della USITC.
Si è conclusa in pochi mesi una questione che ha dato una forte scossa all'intera filiera del mirtillo negli Stati Uniti.
Quella del mirtillo statunitense è una filiera che ha un impatto sull'economia pari a $ 4.7 miliardi. Gli oltre 12000 produttori immettono ogni giorno 12 milioni di dollari nel sistema dando lavoro a quasi 50.000 persone.
Nell'agosto 2020 un gruppo di produttori aveva presentato un'interrogazione al WTO (Organizzazione Mondiale del Commercio), accusando gli esportatori messicani di concorrenza sleale.
L’Ufficio del Rappresentante del Commercio degli Stati Uniti (“USTR”), in collaborazione con il Dipartimento dell’Agricoltura (“USDA”) e il Dipartimento del Commercio (“USDOC”), ha iniziato le audizioni nel mese di agosto, raccomandando contemporaneamente che sulla questione si esprimesse anche la competente agenzia federale. Il 6 ottobre la U.S. International Trade Commission (“ITC”) ha avviato l’inchiesta.
Per dare più forza a questa azione, un gruppo di produttori si è riunito e ha fondato una nuova associazione a difesa degli interessi della filiera. Nel dicembre 2020 è quindi nata l’American Blueberry Growers Alliance, che al momento della fondazione comprendeva comprende la Georgia Blueberry Commission, la Florida Blueberry Growers Association, il Michigan Blueberry Advisory Committee e la California Blueberry Commission.
Sono bastati pochi mesi ai produttori di mirtilli degli Stati Uniti e internazionali, gli importatori, i distributori, gli acquirenti e i fornitori per formare la Blueberry Coalition for Progress & Health, un'associazione nata nel gennaio 2020 proprio per rispondere alle istanze protezionistiche dell'American Blueberry Growers Alliance.
Secondo questa coalizione “la limitazione delle importazioni di mirtilli negli Stati Uniti limiterà l’accesso dei consumatori a questi frutti sani, deliziosi e nutrienti. I coltivatori nazionali non possono da soli soddisfare la domanda in rapida crescita dei consumatori statunitensi”.
Le contrapposte forze in campo hanno messo alle strette la commissione governativa, che lo scorso 11 febbraio ha pubblicato un comunicato che dava ragione alla Blueberry Coalition for Progress & Health, negando l'impatto negativo e sleale delle importazioni di mirtilli negli Stati Uniti.
La U.S. International Trade Commission (USITC) ha stabilito che:
i mirtilli freschi, refrigerati o congelati non vengono importati negli Stati Uniti in quantità tali da costituire una causa sostanziale di grave pregiudizio, o la minaccia di grave pregiudizio, per l'industria nazionale che produce un articolo simile o direttamente competitivo con l'articolo importato.
La determinazione è stata fatta nel contesto di un'inchiesta avviata il 29 settembre 2020, ai sensi della sezione 202 del Trade Act del 1974 (19 U.S.C. § 2252) su richiesta dell'U.S. Trade Representative.
La determinazione della Commissione è risultata da un voto di 5-0. Il presidente Jason E. Kearns, il vicepresidente Randolph J. Stayin e i commissari David S. Johanson, Rhonda K. Schmidtlein e Amy A. Karpel hanno votato unanimemente per respingere la richiesta.
Come risultato del voto, l'indagine si concluderà e la Commissione non raccomanderà un rimedio al Presidente. La Commissione presenterà la sua relazione contenente la sua determinazione del pregiudizio e la base per essa al Presidente entro il 29 marzo 2021.
Un rapporto pubblico sull'inchiesta sarà disponibile dopo che la Commissione avrà presentato il suo rapporto al presidente.