05 gen 2022

Boysenberry, origine e caratteristiche del re degli ibridi di frutti di bosco

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Origine

Il boysenberry è un ibrido ottenuto incrociando Austin Mayes (Rubus baileyanus) con il Loganberry. Ciò è attestato in un articolo di Nahla Bassil “The importance of Being ‘Boysen' : Examining Genotypic Variation with SSR markers” e le informazioni sono corroborate da prove del DNA (fonte: Harvey K Hall).

Secondo altre fonti sarebbe un incrocio più complesso ottenuto da lampone (Rubus idaeus), mora di rovo europea (Rubus fruticosus), mora di rovo americana (Rubus aboriginum), e loganberry (Rubus × loganobaccus). Non è coperto da brevetto.

Diffusione

Alla fine degli anni '20 George Darrow dell'USDA e Walter Knott, un coltivatore di bacche della California, rintracciarono alcune piante dalla fattoria fallita di Rudolph Boysen, un agronomo di origine svedese che viveva nella Napa Valley in California. Trovando alcune piante fragili, le curarono per riportarle in salute. Questo fu l'inizio delle popolari Boysenberries che furono inizialmente vendute alla Knott's Berry Farm in California.

Knott's Berry Farm come era 100 anni fa; adesso è un famoso parco tematico per famiglie con 60 attrazioni e un grande hotel.

Stati Uniti

Nella seconda metà degli anni '30, dopo averne capito il potenziale, Walter Knott ne stabilì il nome in accordo con le autorità statunitensi e iniziò la produzione e commercializzazione su vasta scala. Nel 1954 in California se ne coltivavano quasi 1000 ettari. Ora la produzione è in gran parte confinata alle aree più settentrionali della costa occidentale degli Stati Uniti: attualmente negli Stati Uniti se ne coltivano circa 250 ettari, principalmente in Oregon.

Nuova Zelanda

Già dalla seconda metà degli anni '30 del secolo scorso il boysenberry è stato introdotto in Nuova Zelanda, che è tuttora tra i maggiori produttori mondiali. Negli anni '80 sono stati piantati più di 600 ettari, ma nel 2002 la superficie era scesa a circa 240 ettari. Durante gli anni '80 e '90 gran parte del raccolto è stato infettato da una malattia detta Rosette (Cercosporella rubi, una malattia fungina che attacca le more e simili). Il commercio di boysenberry congelati della Nuova Zelanda è stato valutato a 4,8 milioni di dollari neozelandesi nel 2006.

Secondo la New Zealand Horticulture Export Authority i 19 coltivatori commerciali di boysenberry della Nuova Zelanda ne producono annualmente circa 2.700 tonnellate da una superficie di 206 ettari. Vengono esportate circa 1.500 tonnellate di boysenberries congelati, di cui circa 480 tonnellate di concentrato lavorato.

Per il concentrato surgelato le esportazioni neozelandesi sono aumentate di 1 milione di dollari (74%) tra il 2018 e il 2020. L'UE ha superato il Kuwait come prima destinazione di mercato, prendendo rispettivamente il 42% e il 30% del volume delle esportazioni. Le esportazioni neozelandesi di boysenberries IQF valgono quasi 1 milione di dollari nel 2020, con un aumento del 59% dal 2018. L'Australia rimane un mercato chiave per i boysenberries IQF. L'export neozelandese di boysenberry congelati non IQF ha oscillato tra 1,4 e 2,5 milioni di dollari dal 2016 ed è aumentato a 2,9 milioni di dollari (108%) nel 2020.

Nel 1992 è stato fondato il New Zealand Boysenberry Council, il cui socio di maggioranza (60%) è Boysenberries New Zealand Limited (il maggior produttore di boysenberry al mondo), una cooperativa di 12 produttori fondata nel 1989 e che produce due terzi del raccolto neozelandese di questo ibrido. Le restanti quote sono divise equamente tra l'associazione nazionale dei produttori Horticulture New Zealand (HortNZ) e l'associazione degli esportatori The Horticoltural Exports Council.

Altri paesi

Altri produttori sono Australia (dove gli ibridi di piccoli frutti rappresentano solo l'1% della produzione totale di piccoli frutti, cioè meno di 100 tonnellate) e Cile (che ne esporta per 7 milioni di USD).

Si stima che attualmente a livello globale la produzione di Boysenberry sia di circa 1.600 tonnellate all'anno, con non più di 700 ettari in produzione.

Caratteristiche

Boysenberry è forse il frutto di bosco di maggiori dimensioni mai ottenuto. Il ricercatore Harvey K. Hall ha dichiarato a Italian Berry: “ho visto occasionalmente un frutto di 28 g, ma più spesso è molto più piccolo. Altre more provenienti dal progetto di selezione delle more dell'Arkansas hanno dimensioni notevolmente superiori, anche se non sono ancora in commercio.”

Sia la pianta che la pezzatura del frutto risultano simile a quella di una mora più grande e vigorosa, i frutti hanno una forma allungata più simile ad un lampone ma dal colore scuro a ricordare una mora.

Il frutto si presenta di grandi dimensioni (3 cm di lunghezza e 8g di peso in media) e leggermente allungato, è soffice e profumato; gusto buono, molto aromatico, vinoso quasi. La bacca è quasi senza semi.

Un boysenberry maturo è pieno, sodo e di un colore viola rossastro uniforme. Non sorprende che il boysenberry abbia un sapore molto simile a un incrocio tra una mora e un lampone. Ha l'intensità succosa di una mora, il carattere dolce e floreale di un lampone e un po' più di gusto di entrambi i suoi genitori.

Oltre a poter essere consumati freschi, i Boysenberries vengono impiegati anche nella preparazione di marmellate, confetture e sciroppi. La scarsa resistenza alla manipolazione ne ha limitato la diffusione per il consumo fresco.

Gli chef trovano che l'esotico colore viola rossastro offre molte possibilità creative per sollecitare il palato e stimolare la vista. I produttori utilizzano il sapore intenso dei boysenberry per marmellate, conserve e confetture di alta qualità, in dessert a base di latte, gelati e yogurt, come ripieni di frutta per prodotti da forno e naturalmente in bevande deliziose. I boysenberries sono sensazionali anche da soli, e si mescolano eccezionalmente bene con altri frutti rendendoli “grandi miscelatori” in forma di succo, frutta o purea.

Il futuro di ‘Boysenberry' sembra sicuro come prodotto lavorato di nicchia, e nuove cultivar con una migliore qualità dei frutti possono portare all'espansione nel mercato fresco.

Produzione

La pianta si presenta come un cespuglio allungato formato da numerosi rami semi-legnosi che possono raggiungere circa i 2 m di lunghezza. Le giovani piantine andranno messe a dimora ad una distanza minima di 2,5 metri, predisponendo tutori o pali, sui quali predisporre fili orizzontali, dove i lunghi tralci potranno essere fissati. Non presenta spine e resiste bene alle basse temperature (fino massimo -10). E’ preferibile non coltivare la pianta al di sopra dei 1000 m s.l.m., mentre, nelle zone con clima molto caldo e siccitoso è consigliabile mettere a dimora la pianta in una posizione semi-soleggiata. Presenta fiori ermafroditi, per cui anche una sola pianta è in grado di fruttificare.

Matura da luglio a settembre e a maturazione il frutto diventa scuro. La pianta si presenta in tralci vigorosi e leggermente spinosi. Predilige terreni di medio impasto, abbastanza fertili, freschi, umidi ma ben drenanti. Non sopporta i terreni calcarei. Richiede una posizione in sole o ombra parziale e non ha particolari esigenze di esposizione.

Dopo tre anni dall´impianto la pianta di Boysenberry può considerarsi adulta e la produzione media per ogni singola pianta è di 1,5-2 Kg. Le piante sono longeve e hanno un raccolto economicamente interessante per un periodo di almeno 30 anni.

Negli impianti professionali è diffusa la raccolta a macchina. Le moderne raccoglitrici hanno la tecnologia per selezionare solo i frutti maturi da raccogliere ad ogni passaggio. La maggior parte dei coltivatori passano attraverso i loro campi di boysenberries da 7 a 9 volte per ogni stagione di raccolta.

Una ricerca condotta nel 2002 dall'Università di California ha analizzato i costi di produzione del boysenberry.

“Thornless” è la varietà di boysenberry più comunemente venduta negli Stati Uniti. “Brulee” è un tipo senza spine sviluppato all'estero. “Mapua” e “Tasman” sono due tipi neozelandesi senza spine.

Il ricercatore Harvey K Hall ha dichiarato a Italian Berry che “Brûlée è in realtà un nome inventato da un vivaista neozelandese, Andrew Boylen, che ha ribattezzato il clone semi-senza spina di Mapua come “Brûlée”. Una riselezione neozelandese di Boysenberry, “Riwaka Choice”, ha il colore e il sapore eccezionali della varietà originale. Purple Star Boysenberry è una varietà anch'essa ribattezzata da Andrew Boylen come “Starlight”.

Wiki-how presenta una guida visuale con consigli e raccomandazioni per iniziare a produrre boyseberry con successo:

Le piante di boysenberry possono essere acquistate presso i principali vivai italiani specializzati in piccoli frutti:

Salute

Mangiare boysenberries, freschi o congelati, tutto l'anno significa non solo ottenere vitamine e minerali, ma diverse sostanze fitochimiche estremamente importanti (composti presenti in natura) che possono proteggere da malattie come il cancro e le malattie cardiache, aumentare l'immunità e prolungare la vita. Queste sostanze fitochimiche includono:

  • Antociani: i boysenberries contengono alti livelli di antociani e la ricerca attuale ha collegato gli antociani al miglioramento della vista, alla riduzione delle infiammazioni, alla protezione dalle malattie cardiovascolari e dagli effetti dell'invecchiamento.
  • Acido ellagico: i boysenberries contengono alte concentrazioni di acido ellagico biodisponibile che ha dimostrato di avere potenziali proprietà anti-cancerogene.
  • Fibra alimentare: una sostanza simile ai carboidrati che si trova solo nelle piante. I suoi benefici includono il mantenimento di un tratto gastrointestinale sano, l'assistenza alla riduzione dei livelli di colesterolo nel sangue e l'abbassamento del rischio di malattie cardiache.
  • Acido folico: i boysenberry hanno anche un'elevata attività antiossidante, che può aiutare a prevenire e/o ritardare le principali malattie degenerative. Si ritiene che la combinazione di sostanze fitochimiche come le vitamine, gli antociani e l'acido ellagico che lavorano insieme li renda così efficaci.Bosyenberry sui social

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