18 giu 2025

Prezzi e programmazione: la sfida del mirtillo in Italia secondo Berryway

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Anche nel 2025 i piccoli frutti sono stati tra i protagonisti del Macfrut di Rimini. Durante le 3 giornate di fiera, nella Berry Area si è discusso e ci si è confrontati, dati alla mano, su diversi aspetti riguardanti lamponi, mirtilli e fragole.

Il tema mirtilli, soprattutto, continua ad essere altamente dibattuto, visto l'incremento record degli acquisti in Italia con un +21% a volume nel 2024 rispetto al 2023.

Sempre di più nella GDO italiana, il mirtillo è, come negli altri Paesi Europei, uno dei protagonisti del comparto dell'ortofrutta ed è sempre più necessario ricercare nuove soluzioni espositive, ma non solo.

Spesso si fanno confronti con i mercati più maturi, primo fra tutti il mercato inglese, per cercare di replicare le intuizioni e i modelli che funzionano e che hanno permesso a questo prodotto di registrare vendite importanti da 10 anni a questa parte sul suolo anglosassone.

Berryway è stata fondata nel 2018 con un particolare focus strategico sulle politiche di approvvigionamento e sul segmento premium e in questa intervista esclusiva a Italian Berry spiega i meccanismi virtuosi che stanno dietro allo sviluppo dei mercati del mirtillo più maturi a livello globale.

A Romualdo Riva, direttore generale di Berryway, chiediamo innanzitutto quali sono i meccanismi di un mercato mirtilli maturo e sviluppato.

Quando ci si riferisce ad un mercato maturo, spesso si pensa a un'ampia segmentazione e a un'esposizione importante ed impattante nei supermercati di riferimento, ma non si tratta solo di questo.

Un'esposizione di forte impatto in un supermercato statunitense

Un mercato maturo è anche quello capace di pianificare e gestire in modo efficace l'offerta e le scorte, anticipando le criticità legate a eventi climatici o dinamiche di mercato già identificate. Il risultato è una maggiore stabilità che evita di generare confusione nel consumatore, la cui percezione del valore del prodotto non viene alterata da continue variazioni settimanali di prezzo."

Ma garantire prezzi stabili in contesti di fornitura molto variabili non è una politica controproducente? Non si rischia di ritrovarsi con scaffali e magazzini vuoti?

Ormai il mercato del mirtillo è un mercato globale e l'effetto farfalla è dietro l'angolo, lo abbiamo visto in questi ultimi due anni in cui le importazioni da Perù e Sudafrica sono state influenzate dagli effetti del Niño.

Ma con un'attenta pianificazione tra GDO, fornitori e produttori il mercato inglese è riuscito ad evitare contemporaneamente importanti rotture di stock e prezzi alle stelle.

Il loro modello, che vale anche per altri mercati, è quello di fissare i prezzi su base mensile o addirittura stagionale, sulla base della provenienza del periodo, grazie al supporto dei produttori globali e dei fornitori.

Barbara Allisio, account manager di Berryway, ha il delicato compito di definire gli equilibri tra prezzo, qualità e quantità con fornitori e clienti. In Italia quali sono le politiche di approvvigionamento per i mirtilli e da cosa sono guidate?

Sul mercato italiano si vede molto poco questo modello: si è ancora ancorati al modello precedente, con forte variabilità dei prezzi al dettaglio, spesso legata a dinamiche settimanali, soprattutto nelle linee standard.

D’altra parte, lentamente si sta provando ad adottare il modello inglese su linee più specifiche che replicano il medesimo prezzo per molte settimane in una data stagione.

Il modello di pricing della linea discount del mirtillo del supermercato britannico Tesco negli ultimi cinque anni 2020-2025 (prezzi in centesimi di sterlina per confezione, la grammatura è passata da 125g a 150g nel 2024 - Fonte Osservatorio Italian Berry)

Quali sono le criticità del modello “italiano”, dove la programmazione è spesso sostituita dalla contrattazione?

Il modello attuale, con la fluttuazione settimanale dei prezzi, crea una stretta continua sui fornitori e di conseguenza sui produttori e questo a lungo termine può determinare problemi in termini qualitativi e quantitativi sulla fornitura.

Sicuramente una forte concorrenza e una forte pressione determinano un vantaggio per la GDO, in termini economici settimanali, e in termini di presenza sul mercato.

Ma un prezzo più trasparente e stabile favorirebbe la fiducia e la fidelizzazione e le campagne di comunicazione, con le relative offerte e promo, verrebbero percepite come maggiormente coerenti dai clienti finali.

E tutto questo che effetti avrebbe sul consumatore italiano?

Sempre di più, in Italia, il cliente che acquista mirtilli è un cliente che ripete tale acquisto e quando riscontra differenze di prezzo importanti, da una settimana a quella successiva, senza comprendere tali differenze perché non vi sono comunicazioni in merito, rimane confuso, la percezione del valore del prodotto si modifica e il coinvolgimento del cliente cala bruscamente.

È comprensibile che i prezzi stabili favoriscano la fiducia del consumatore. Ma non è in conflitto con l’interesse dei produttori di seguire il mercato e posizionarsi di settimana in settimana sul prezzo più conveniente? Qual è il valore della programmazione in un mercato globale dove i prezzi spesso sono scollegati dai costi?

La disponibilità da parte dei produttori globali a supportare programmi con prezzi fissi è reale e tangibile anche perché già viene attuata su altri mercati e questa gestione permette loro di avere maggior capacità di sviluppare programmi di crescita e di ricerca varietale a medio-lungo termine.

Il mirtillo ha una maggiore shelf-life rispetto agli altri piccoli frutti sul mercato e questo permette una pianificazione più precisa e molto spesso le aziende, ormai altamente specializzate, sono in grado di comunicare con approssimazione minima le proprie curve di raccolta.

Questo nuovo modello, condiviso tra fornitori e retailer, permetterebbe quindi alla GDO una maggiore pianificazione promozionale e logistica evitando le rotture di stock.


Come affrontare il rischio che una programmazione troppo rigida finisca per penalizzare la gestione dell'imprevedibilità, un elemento intrinseco alle produzioni agricole, inclusi i mirtilli?

È chiaro che una pianificazione strutturata non rappresenta una soluzione universale. Eventi eccezionali come condizioni climatiche avverse, crisi internazionali o criticità logistiche e doganali continueranno a rappresentare variabili difficili da controllare.

Tuttavia, questo approccio potrebbe costituire un passo in avanti verso un mercato dei mirtilli più evoluto e consapevole. Un mercato orientato alla trasparenza e alla condivisione dei benefici lungo la filiera, capace di offrire ai consumatori finali un prezzo più equo e accessibile. Questo, a sua volta, favorirebbe acquisti ripetuti e una gestione più efficiente delle quantità nei punti vendita.


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