La disidratazione è una delle principali cause di perdita di peso e qualità nei piccoli frutti durante la fase di post-raccolta. In particolare, il mirtillo – per la sua struttura delicata e l'elevata superficie esposta – è particolarmente sensibile a questo fenomeno. Un'analisi comparativa condotta dall’agronomo cileno Valentina Vesely su ciliegie, uva da tavola e mirtilli rivela con chiarezza le fasi più critiche della filiera in termini di perdita d’acqua e quindi di peso.
Quasi il 5% di peso perso: un dato da non sottovalutare
Secondo i dati raccolti in diversi contesti produttivi della filiera cilena del mirtillo, la disidratazione totale del mirtillo può raggiungere il 4,9%, una percentuale superiore rispetto a quella rilevata su ciliegie (3,1%) e uva da tavola (3,5%). Questo significa che, per ogni 100 kg di mirtilli raccolti, quasi 5 kg si perdono solo per effetto della disidratazione lungo la catena post-raccolta.
Le fasi più critiche: trasporto e celle frigorifere
Secondo l'analisi di Valentina Vesely il trasporto marittimo (in questo caso 4 settimane dal Cile verso l’Europa) rappresenta da solo il 37% della perdita totale di peso del mirtillo. Questo conferma quanto questa fase sia decisiva e sottolinea l’urgenza di investire in soluzioni di packaging più efficaci, capaci di mantenere un microclima controllato e di limitare l’evaporazione durante i lunghi viaggi verso i mercati di esportazione.
Seguono in ordine di incidenza:
- Raccolta (12%)
- Prerefrigerazione della materia prima (12%)
- Frigoconservazione per il prodotto finito (9%)
- Centro di conferimento (9%)
- Prerefrigerazione del prodotto finito (8%)
- Bins (6%)
- Gasificazione (5%)
- Frigoconservazione per la materia prima (2%)
Questa distribuzione dimostra che la disidratazione non è un evento isolato, ma un accumulo di micro-perdite che avvengono in ogni fase, spesso sottovalutate. Anche momenti apparentemente brevi, come l’attesa nei bins o nei centri di conferimento, contribuiscono al bilancio finale.
La misurazione come strumento di miglioramento
I risultati condivisi non vogliono fissare uno standard universale, ma offrire una fotografia realistica di ciò che accade “sul campo”, in contesti produttivi reali. Ogni varietà, ogni area geografica e ogni protocollo di gestione può produrre dati diversi: ed è proprio per questo che misurare è il primo passo per migliorare.
Investire in strumenti di monitoraggio della perdita di peso e in formazione specifica per gli operatori della filiera può fare la differenza tra un prodotto che arriva a destinazione in condizioni ottimali e uno che, pur avendo un buon potenziale produttivo, perde valore lungo il percorso.