15 feb 2023

Molari: “Breeder e buyer insieme per superare la crisi con la qualità”

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I dati sul consumo di lamponi pubblicati da Italian Berry la scorsa settimana hanno aperto un dibattito tra gli operatori sulle cause e i rimedi per fronteggiare il calo negli acquisti delle famiglie italiane.

Sicuramente i lamponi, per il loro carattere di straordinarietà nell’acquisto, hanno sofferto delle recenti spinte inflazionistiche, facendoli uscire dal paniere degli acquisti di molti consumatori italiani. I prezzi strutturalmente elevati, in periodi di tensioni economiche, non aiutano certo a sviluppare i consumi.

Ma questo non deve essere la scusa per nascondere anche altri aspetti più strutturali e sui quali gli operatori possono intervenire per risollevare le sorti di questo frutto.

A questo riguardo Italian Berry ha intervistato Matteo Molari (Managing Partner presso Molari Berries & Breeding) che, dal suo punto di vista di breeder e vivaista, esprime un'opinione esterna alla mischia quotidiana. Ogni giorno produttori e commercianti si confrontano nella lotta per guadagnare quote di mercato senza perdere redditività. Molari ci riporta a un quadro più generale, con lo scopo di individuare criteri per guidare uno sviluppo più sano e duraturo della referenza lamponi.

Come si delinea, alla luce dei dati Italian Berry – GfK, la situazione dei berries in Italia e nel resto del mondo?

“Di ritorno da Fruit Logistica, cercando di mettere insieme i pezzi di conversazioni, meeting, incontri lungo i corridoi, in un momento non facile per il settore dei berries a livello europeo (e non solo) il primo pensiero va a un’analisi dei dati emersi dall’approfondimento di Italianberry. Sono la fotografia di qualcosa che, senza peccare di superbia, abbiamo iniziato a delineare un paio di anni fa appena entrati in azienda. Forse, venendo da mondi lontani dall’agricoltura, la lettura di alcune dinamiche è stata semplificata dall’assenza di bias”.

“Tornando ai dati possiamo dire che, il fatto che i berries reggano se comparati all’intero reparto ortofrutta, è solo una magra consolazione. Se analizziamo i dati di penetrazione, il primo commento è che solitamente sappiamo che i gusti dei consumatori difficilmente regrediscono, quindi la perdita di più di 400.000 famiglie è da ricercarsi, a nostro avviso, in due elementi: un momento di crisi contingente, dove purtroppo si va a tagliare tutto ciò che non è strettamente necessario e, dall’altro lato, un tema di qualità mancante che allontana i consumatori dal reparto berries dei supermercati”.

Matteo (a destra) e Luca Molari.
Matteo (a destra) e Luca Molari.

Come si può agire in risposta alla crisi e che ruolo può giocare la qualità?

“Sul primo punto diventa sempre più cruciale lavorare su un aspetto culturale dell’alimentazione sana e siamo convinti che, prima o poi, qualche attore dovrà farsene carico anche nel settore dei berries”.

“Il tema qualitativo, invece, emerge ancor più netto su lampone e mora, piuttosto che sul mirtillo, dove la qualità, l’aspetto, la freschezza sono elementi fondamentali. Quando un prodotto non è strettamente essenziale, ma è un gustoso sfizio, ma la qualità non rispecchia il desiderio del consumatore ecco che, proprio in quel momento, stai perdendo un responsabile d’acquisto. E sarà capitato a tutti noi di acquistare lamponi o more di dubbia qualità o, addirittura, non procedere neppure all’acquisto perché l’aspetto non lasciava dubbi. E capita troppo spesso”.

In che modo si può impostare il lavoro per uno sviluppo duraturo del settore?

“Oggi non basta più mettere la frutta nel cestino, oggi bisogna curare tutti gli aspetti, per portare un valore aggiunto sulle tavole degli italiani. Non è un caso che abbiamo, nel nostro piccolo, optato per un cambio di strategia, lanciando un nuovo programma che ha l’ambizione di portare sul tavolo di lavoro sinergie tra breeder, marketing companies e GDO. Questa è la vera mission di Gil Program ed è un lavoro che necessità di tempo, idee e collaborazione”.

“È un tema su cui tutti gli attori coinvolti devono e possono fare qualcosa di più: noi breeder abbiamo l’obiettivo di migliorare senza alcun dubbio, lavorando sodo per rispondere alle sempre crescenti esigenze di chi produce e chi vende. Ai buyer chiediamo di iniziare ad ascoltarci, di lavorare insieme, di iniziare a scegliere le varietà e i progetti, non fermandosi all’elemento prezzo, sicuramente importante, così come avviene anche in altri paesi. Le aziende produttrici, che hanno cavalcato anni d’oro, devono ora investire su una filiera di qualità”.

Tutti i diritti riservati – Italian Berry – Licenza CC BY


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