L’industria del mirtillo in Georgia è composta principalmente da southern highbush (SHB, Vaccinium corymbosum L. e complesso V. darrowii Camp) e rabbiteye (RE, V. virgatum Aiton), mentre il northern highbush (NHB, V. corymbosum L.) è coltivato nelle regioni settentrionali.
All’interno del settore, si ritiene spesso che gli SHB abbiano una qualità dei frutti superiore rispetto ai RE, mentre gli NHB sono frequentemente considerati lo standard più elevato. Questa percezione ha implicazioni di mercato, con RE e talvolta SHB che ricevono prezzi inferiori o vengono esclusi dai distributori.
Tuttavia, esistono dati scientifici limitati a supporto di queste affermazioni. Lo scopo di questo studio era valutare la qualità di conservazione post-raccolta di cultivar SHB, RE e NHB stoccate a 4°C ed esaminare come la loro qualità cambiava in un periodo di 30 giorni.
Raccolta e metodi di analisi
I frutti sono stati raccolti durante le stagioni 2018 e 2019. Nel 2018 sono state valutate 17 cultivar (7 SHB, 5 RE, 5 NHB), mentre nel 2019 ne sono state testate 15 (7 SHB, 5 RE, 3 NHB).
Gli SHB e i RE provenivano da confezionatori della Georgia, mentre i campioni di NHB provenivano da Michigan, Canada e Indiana a seconda dell’anno. I frutti sono stati conservati a 4°C e analizzati in quattro momenti: 3–4 giorni, 10–11 giorni, 20–21 giorni e 30–31 giorni dopo la raccolta.
Sono stati preparati campioni di succo per misurare il contenuto zuccherino (°Brix), il contenuto acido (%TTA), il rapporto zucchero-acido e il contenuto di antociani, tutti parametri chiave del gusto del frutto, del valore nutrizionale e dell’accettazione da parte dei consumatori.
Risultati su zuccheri e acidità
Il contenuto zuccherino è risultato stabile in tutti i tipi di mirtilli e in entrambi gli anni dello studio, indicando che la conservazione non ha influito negativamente sulla dolcezza.
Il contenuto acido è rimasto stabile in NHB e RE, ma gli SHB hanno mostrato una riduzione del 14% solo nel primo anno, senza variazioni nel secondo.
Il rapporto zucchero-acido è aumentato del 20% negli SHB nel primo anno, ma per il resto è rimasto costante tra anni e tipologie. Questi risultati suggeriscono che né i livelli di zucchero, né l’acidità, né il loro equilibrio vengano significativamente alterati dalla conservazione a freddo, e che le caratteristiche di gusto restino costanti nel tempo.
Antociani e stabilità
Il contenuto di antociani, che contribuisce al colore dei mirtilli ed è associato a numerosi benefici per la salute, è rimasto stabile in tutte le tipologie e in entrambi gli anni.
Ciò indica che il valore nutrizionale e funzionale dei mirtilli, in particolare per quanto riguarda gli antociani, è preservato durante i 30 giorni di conservazione.
Pertanto, i mirtilli conservati a 4°C mantengono le loro potenziali proprietà salutistiche così come l’aspetto visivo.
Variabilità e ulteriori ricerche
Lo studio riconosce inoltre una variabilità nei risultati da un anno all’altro, che può derivare da molteplici fattori come maturità di raccolta, tempistica, pratiche di manipolazione, epoca di fioritura, composizione della cuticola cerosa sulla buccia, o cambiamenti strutturali ed enzimatici nelle pareti cellulari.
Questi fattori possono influenzare la consistenza del frutto e la qualità di conservazione oltre ai parametri misurati. Sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare queste differenze strutturali e fisiologiche tra SHB, RE e NHB, al fine di identificare meglio quali tipologie siano più adatte a una conservazione prolungata e chiarire le basi delle differenze di qualità percepite nell’industria del mirtillo.
Fonte: smallfruits.org
Fonte immagine: Fine Field