02 ago 2023

In Italia i consumi di berries aumentano del +4,9% mentre la frutta cala del -8,1%

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Buone notizie dal mercato italiano dei berries: mentre la categoria Frutta registra un calo a volume dell’8,1% nei dodici mesi precedenti il giugno 2023, i piccoli frutti registrano nello stesso periodo un aumento a volume del 4,9% e a valore del 7,6%, con un mercato italiano dei berries che arriva a valere oltre Eur 184 milioni.

I dati Italian Berry sono basati sul consumer panel di GfK che raccoglie i dati sui consumi di piccoli frutti delle famiglie italiane.

Le fragole frenano la categoria

Se si allarga la categoria per includere anche le fragole, i frutti rossi registrano invece una tendenza negativa data soprattutto da un calo di penetrazione (-1,8pt) e da un minor acquisto medio (volume per trip, mentre la frequenza è in ripresa). Influisce in particolare il calo del consumo di fragole a volume, passato da 85 mila a 80 mila tonnellate (-6,3%).  

Complessivamente la categoria dei frutti rossi (fragole + piccoli frutti) cala quindi a volume (passando da 99 mila tonnellate a 94 mila tonnellate pari ad una variazione negativa del -4,7%); invece nello stesso periodo aumenta del 4,9% la spesa complessiva che supera i 566 milioni di Euro.

Frutti rossi in crescita nel paniere frutta

Negli ultimi anni la quota del consumo di frutti rossi (fragole + piccoli frutti) sul totale della frutta è aumentata dall’8,6% (2020) al 10,4% (luglio 2022 – giugno 2023).

Queste cifre sono ancora lontane dai livelli registrati ad esempio negli Stati Uniti, dove i berries nel luglio 2023 sono stati la categoria più importante del reparto frutta, con il 19.3% del fatturato, quasi il doppio di quanto realizzato in Italia. Con 792 milioni di USD (equivalenti a circa 720 milioni di euro), i berries negli Stati Uniti fatturano 2,3 volte più delle mele e 2,5 volte più delle banane o dell’uva (dati IRI Integrated Fresh).

Cresce il parco consumatori

Analizzando i consumi italiani di piccoli frutti (mirtillo, lampone, mora e ribes) nei dodici mesi conclusi a giugno 2023 si nota una decisa crescita di parco: sono infatti aumentate del +6,0% le famiglie acquirenti e sono oltre 8 milioni le famiglie italiane che almeno una volta l’anno acquistano berries, rispetto a 7,6 milioni del periodo precedente.

Quindi per la prima volta la penetrazione supera il 30%: nel periodo in esame il 31,4% delle famiglie italiane sono state acquirenti di piccoli frutti.

Ma c’è qualche segnale negativo

Tuttavia non tutti gli indicatori dei consumi di berries sono positivi: sono infatti in calo l’acquisto medio per atto (-5,2% a volume), la quantità annuale per acquirente (calata dell’1,7% a 1,77 Kg) e la spesa media per atto di acquisto (ridotta del 2,7% a Eur 3,41). Sostanzialmente stabile la spesa annuale, pari a Eur 22.93 (+1,5%).

I berries raffreddano l’inflazione

La categoria dei berries ha registrato un andamento dei prezzi ben al di sotto dell’inflazione complessiva registrata in Italia nel periodo: infatti il prezzo medio dei piccoli frutti è aumentato del 2,6% contro il 6,4% rilevato dall’Istat con l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi. Il prezzo medio (Eur/Kg) dei berries è stato pari a Eur 12,94, contro un valore di Eur 12,62 realizzato nel periodo precedente.

Calo degli acquisti medi

Tutte le tipologie di berries ampliano il parco acquirenti, ma vedono un acquisto medio in calo dovuto sia ad un minore acquisto per atto che ad una minore frequenza, probabilmente dovuto anche dall’aumento di prezzo medio. Unica eccezione per i mirtilli che devono la crescita in volume esclusivamente ad una maggiore frequenza (+5,5%).

Ricchi e al Nord

Analizzando il profilo dei consumatori italiani di berries si evidenzia una forte concentrazione nel Nord (sia Nord Ovest che Nord Est), con indici sopra media nelle famiglie numerose (2+ componenti), con responsabile acquisti di età compresa tra i 35 e i 64 anni, di classe socio-economica alta e medio-alta e che risiedono in grandi centri abitati. Il profilo risulta molto simile a quello dello scorso anno, ad eccezione della classe socio-economica che si è sempre più polarizzata verso quelle alte/medio alta.

Il Sud recupera terreno

Rimane molto sbilanciato il profilo geografico, con il Sud+Sicilia che mostra una penetrazione (quota di famiglie acquirenti sul totale) tre volte inferiore a quelle del Nord Ovest. Tuttavia tale divario si sta riducendo: il rapporto era infatti prossimo a quattro solo 12 mesi fa.

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