25 set 2024

F.lli Castellino, “Facciamo networking per spingere i consumi”

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I consumi di mirtillo crescono in Italia e nel mondo, ma nel nostro Paese l’aumento è dovuto alla crescita della grammatura nei formati di vendita: ne è convinto Francesco Imberti, responsabile commerciale di F.lli Castellino (foto). 

Imberti ci ha raccontato: “Il potere d’acquisto del consumatore è sceso e noi vediamo chiaramente il picco di consumi quando nei supermercati ci sono le promozioni”.

La F.lli Castellino archivia una stagione dei mirtilli e più in generale dei piccoli frutti, complicata da un meteo avverso e guarda avanti: “Al settore, in particolare al mirtillo – ci ha raccontato Imberti durante un’intervista movimentata, continuamente interrotta da richieste di collaboratori e clienti – servirebbe un’iniziativa di promozione che tenesse assieme gli operatori del settore." 

"L’idea che era stata lanciata al Mirtillo Business Day, 5 anni fa, ci convince ancora. Noi avremmo voluto che si andasse avanti e se qualcuno si dovesse muovere, noi siamo aperti al dialogo”.

Esattamente 5 anni fa infatti la F.lli Castellino era presente all’evento bolognese, quando era emersa chiara la necessità di fare networking per sviluppare il mirtillo. Nel frattempo le estensioni italiane sono cresciute (secondo gli ultimi dati CSO Italy siamo arrivati a 1.600 ha di cui circa 700 in Piemonte, prima regione italiana). La stagione 2024, come per altri operatori di mercato, anche per la F.lli Castellino è stata funestata da piogge abbondanti seguite da caldo improvviso.

L’azienda, nata negli anni ’80 e situata in provincia di Cuneo, è particolarmente nota per le castagne ma da diversi anni si è specializzata anche nei piccoli frutti. Rifornisce di mirtillo la GDO italiana ed estera nei periodi di produzione italiana (giugno – agosto) perché i suoi fornitori sono tutti concentrati in Piemonte: “I conferitori, a seconda degli anni, si aggirano intorno ai 200. Si va dal piccolissimo produttore ad aziende anche molto strutturate”.

Nel 2023 la F.lli Castellino ha venduto oltre 6.000 quintali di piccoli frutti, fragole comprese. Il mirtillo continua a farla da padrone, con il 65%. La crescita sul 2022 è stata del 25%. Intorno al 50% del commercializzato va all’estero, fra Nord Europa, Gran Bretagna ed Est Europa.

Tasto dolente: la manodopera

Se gli ettari in Piemonte e in generale in Italia sono cresciuti, guardando indietro agli ultimi 10 anni, Imberti è convinto che difficilmente l’area di coltivazione potrà andare oltre: “Noi abbiamo visto che, nel tempo, i cosiddetti hobbisti hanno smesso di rifornirci mentre le aziende che lavorano bene hanno avuto soddisfazioni e si sono maggiormente strutturate, aumentando, dove possibile, la superficie coltivata. 

Ma c’è un grosso handicap: la manodopera, in raccolta soprattutto. E’ difficile trovarne, sia in quantità sufficiente, sia per quanto riguarda le capacità, la qualità della manodopera a disposizione”.

Fra le difficoltà da affrontare, per Francesco Imberti c’è appunto il clima: “Siamo passati da un clima praticamente continentale a uno che in certi momenti sembra tropicale. Il rinnovo varietale su questo può far poco. Si sta lavorando sul gusto, sulla pezzatura, ma nessuno ci ha mai proposto varietà che tengano e per noi farebbe veramente la differenza”.

Poi ha continuato, con un tono scherzoso, ma non troppo: “Il mirtillo waterproof ancora non esiste e non credo che ci stiano lavorando”.

“Manca la segmentazione di mercato”

I consumi crescono, è vero, ma non c’è ancora una segmentazione che indichi che è il momento di investire in nuove varietà e di ridurre il contributo di Duke, almeno secondo Imberti: “Il consumatore vuole mirtillo buono e sano. Il mercato, almeno per quello che percepiamo noi, anche rispetto alle richiesta della GDO, non è segmentato. Non ci chiedono varietà che vadano oltre lo standard. 

Sappiamo che c’è chi sta puntando sul premium ma noi non sentiamo ancora questa esigenza. Poi, per provare nuove varietà, occorre vedere come si comportano sul lungo periodo e su estensioni sufficienti. Ci vuole un investimento importante”.

E a proposito di GDO, proprio migliorando comunicazione e rapporto con i supermercati, la vita dei produttori e commercianti di piccoli frutti e di mirtillo potrebbe farsi più facile: “La GDO programma le promozioni a calendario, molto spesso. Si basa sulla produzione dell’anno precedente ma noi vediamo continui picchi e momenti in cui di prodotto non ce n’è. Ciò cambia un anno rispetto all’altro. La promozione va fatta nel momento in cui c’è sovrapproduzione”. 

Poi Francesco Imberti ha concluso, non senza un pizzico di autocritica: “Dobbiamo diventare più bravi anche noi, lato produzione, a trasferire alla GDO le informazioni. Bisogna riuscire ad ottimizzare i momenti di picco”.

Barbara Righini


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