Prosegue a gonfie vele la campagna produttiva e commerciale della fragolina di bosco proveniente dall’agro marsalese, nella punta occidentale della Sicilia. Iniziata a settembre, la raccolta sta immettendo nel mercato un prodotto sano, d’ottima qualità e con volumi più che soddisfacenti.
“Il 2024 si chiude in positivo: l’annata è regolare, con una produzione in leggero aumento rispetto alla media, tanto che una parte sarà dedicata al surgelato. Andremo avanti serenamente fino a giugno”, racconta l’agronomo Antonino Bongiorno, direttore commerciale della Ortoflorofrutticola Bufalata.
Come sempre accade nelle settimane pre-natalizie, i prezzi stanno toccando in questi giorni il loro apice, arrivando anche a raddoppiare rispetto al consueto. “È un periodo in cui la fragolina è particolarmente richiesta, ma subito dopo Natale si tornerà alla normalità”, spiega Bongiorno.
Nata nel 1956, l’Ortoflorofrutticola Bufalata è oggi la più antica sul territorio nel settore, con una media di 2,5 -3 milioni di fatturato provenienti per il 90% dal mercato delle fragoline e, solo in minima parte, dalle fragole.
Circa 180 i soci attivi: aziende tra i 1.000 e i 3.000 metri quadrati che ogni giorno conferiscono in cooperativa un prodotto che poi verrà distribuito in tutta l’Italia centro-meridionale.
“Vent’anni fa siamo stati i primi a iniziare a lavorare con la fragolina di bosco fuori suolo, oggi siamo leader nel mercato” – sottolinea Bongiorno. Negli anni, la cooperativa ha selezionato i semi che meglio rispondevano alle proprie esigenze di produzione e a quelle dei clienti: “Siamo così passati da una varietà allungata a quella tonda che il mercato oggi richiede di più”, aggiunge.
Mediamente ogni pianta, nell’arco di un anno, produce circa un chilo di prodotto. “Puntiamo molto sulla qualità. Per questo, è fondamentale seguire un iter preciso. Coltiviamo in un ambiente protetto, non riscaldato. La copertura è importante per proteggere le piante dal vento che, in questa zona, è piuttosto frequente” – evidenzia Bongiorno.
Per tutelare le piante dai patogeni, primi fra tutti Oidio e Phytophthora, che qualche anno fa ha creato seri problemi, la cooperativa gioca d’anticipo controllando che l’ambiente rimanga il più possibile pulito. “Ogni anno sostituiamo torba e piantine. Prima di metterle a dimora, ci assicuriamo di avere un ambiente sanificato. Abbiamo tappeti all’ingresso e finestre schermate con reti. Solo il personale autorizzato può entrare in serra. Tutto ciò, per evitare la diffusione di spore. Sono piccoli accorgimenti che ripagano”, spiega il direttore commerciale.
La raccolta poi si tinge di rosa. “È una fase cruciale che richiede delicatezza e cura per mantenere intatte le caratteristiche del prodotto. Nella nostra cooperativa, questo momento è gestito interamente da donne”.
Al prodotto fresco, che rappresenta il grosso della produzione, si aggiunge anche il surgelato. L’idea è nata per trovare un mercato al surplus di produzione. “Siamo stati i primi in Italia – racconta Bongiorno - a ottenere l’autorizzazione per farlo. Per i primi dieci anni, non abbiamo avuto molta concorrenza, adesso naturalmente è aumentata. Ma affinché funzioni, è fondamentale avere alle spalle una solida rete commerciale. La fragolina ha un mercato molto più ristretto rispetto alla fragola: bisogna sapere esattamente quanto prodotto vendere e a chi”.
A quasi 50 anni dalla fondazione, Bongiorno guarda al percorso fatto, alle tante rivoluzioni introdotte, alla solida rete costruita intorno ai suoi produttori. “Abbiamo sempre puntato a qualità e innovazione, anche osservando quello che accadeva nel resto d’Europa, cercando di cogliere le dinamiche di mercato e le novità, studiando come adattarle alle caratteristiche del nostro contesto”.
Antonella Genna