I piccoli frutti si stanno distinguendo sul mercato per una performance che supera gran parte delle categorie del reparto ortofrutta, pur mantenendo ampi margini di crescita. Le vendite mostrano infatti un trend a doppia cifra, nonostante prezzi significativamente superiori alla media del reparto. Anche nel discount, solitamente molto attento ai prezzi di vendita, la crescita risulta straordinaria. Tra i prodotti, i mirtilli continuano a dominare, ma i mix di piccoli frutti dimostrano un particolare appeal per i clienti.
I piccoli frutti hanno un grande potenziale, spesso ancora inespresso nei punti vendita della GDO. Gli spazi espositivi dedicati sono spesso limitati e poco visibili, soprattutto rispetto a categorie più consolidate nel mercato italiano o in confronto alla stessa categoria in altri paesi, specialmente anglosassoni. L’interesse del consumatore italiano è ormai evidente: i piccoli frutti sono diventati un “must-have” e raramente mancano sugli scaffali, salvo per rotture di stock.
Piccoli ma irrinunciabili
Le vendite dei frutti di bosco nel reparto ortofrutta rappresentano ancora una piccola quota, spesso inferiore al 2% del valore totale (e, in termini di volume, considerando l'euro al chilo, la percentuale è ancora più bassa). Anche l'impatto sui prodotti invenduti può destare preoccupazione, portando i punti vendita a limitare le esposizioni e a privilegiare rotazioni rapide, pur rischiando occasionali rotture di stock.
Tuttavia, negli ultimi anni, le vendite di questi piccoli frutti si sono mantenute su livelli interessanti, mostrando una tendenza al rialzo, come confermano i dati relativi ai primi dieci mesi del 2024 della GDO italiana (a cui dedicheremo presto un approfondimento).
Ormai è ampiamente riconosciuto che i frutti di bosco sono ricchi di nutrienti preziosi, tanto da essere classificati come veri e propri “superfood”. Questo, unito alle loro eccezionali qualità organolettiche, ha contribuito a sostenere le vendite, anche durante periodi caratterizzati da una forte presenza di referenze di importazione.
In definitiva, il segmento dei frutti di bosco presenta un potenziale elevato, che potrebbe essere valorizzato con strategie più audaci e mirate.
Andamento delle vendite
Nei primi dieci mesi del 2024, la GDO ha registrato una crescita a doppia cifra, con un incremento del +15% sia a valore che a volume, anche se con un leggero rallentamento negli ultimi due mesi e mezzo. La variazione del prezzo medio del mix è risultata trascurabile, ma il livello resta nettamente più alto rispetto alla media del reparto: 16 euro al chilo, a fronte di poco più di 3 euro al chilo per l’ortofrutta a peso imposto nello stesso periodo (un valore che scende ulteriormente considerando anche il peso variabile).
Analizzando i diversi canali di vendita, emerge il ruolo dominante del supermercato, che assorbe il 60% dei volumi di piccoli frutti. Al secondo posto si posiziona il discount, con una quota del 24%, che sfrutta soprattutto la leva del prezzo, offrendo la categoria a un prezzo medio mix inferiore rispetto alla media (13 €/kg). È particolarmente degna di nota la crescita significativa del discount nel comparto piccoli frutti: +48% da gennaio a ottobre, un trend decisamente superiore a quello degli altri canali. Questo risultato risalta soprattutto in confronto all’ipermercato, che registra un calo dell’1%.
Quote di mercato
Il ruolo crescente del discount emerge con ancora più forza osservando la variazione delle quote rispetto al 2023: questo canale passa dal 18% al 24% a volume nel 2024. Il dato evidenzia come il discount stia investendo decisamente nella categoria, ampliando l’assortimento con nuove referenze, come i mix, e dedicando spazi espositivi significativi, anche al di fuori del murale refrigerato, tradizionalmente utilizzato per prolungare la shelf life. La crescita della quota dei discount avviene principalmente a scapito del supermercato (-3 punti) e dell’ipermercato (-1 punto).
Concludendo l’analisi, osserviamo le principali famiglie di prodotto vendute negli ipermercati e supermercati. Da alcuni anni il mirtillo si conferma la specie di punta, rappresentando il 60% delle vendite a valore dei piccoli frutti. Seguono i lamponi (22%) e i mix (10%), che si distinguono come la novità più interessante grazie ai trend positivi: +11% a volume e +23% a valore, con un netto apprezzamento dell’offerta, accolto favorevolmente dai consumatori.
Prezzi e segmentazione
Nonostante la crescita dei mix, i mirtilli rimangono il pilastro della categoria, con un incremento del 9% a volume e del 12% a valore. Al contrario, lamponi e ribes registrano un calo nei volumi (-2% e -6% rispettivamente), mentre le more continuano a performare bene, segnando una crescita del +6%.
Per quanto riguarda il prezzo medio mix, la famiglia con il maggiore volume di vendite è anche quella con più opzioni di acquisto per il cliente. I mirtilli presentano un prezzo medio più basso rispetto alle altre famiglie di prodotto (15 €/kg), grazie anche alla presenza di più referenze, segmentate anche per fascia di prezzo. Lamponi e ribes registrano invece i prezzi medi più alti (23 €/kg), mentre i mix e le more si posizionano su livelli intermedi (19 €/kg).
Fonte: IFN