21 nov 2025

Scoperta l’origine asiatica dei mirtilli hawaiani: uno straordinario viaggio dal Giappone alle Hawaii

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Gli scienziati del Botanical Research Institute of Texas (BRIT) e dell’Università della Florida hanno risolto un mistero botanico: i mirtilli selvatici delle Hawaii provengono originariamente dall’Asia orientale temperata, e non dal Nord America come ci si aspettava.

La scoperta, pubblicata sull’American Journal of Botany, rivela un insolito viaggio di 4.000 miglia (circa 6.400 km) attraverso l’Oceano Pacifico avvenuto circa 5–7 milioni di anni fa.

I mirtilli hawaiani, chiamati ʻōhelo dagli abitanti nativi, crescono su sei delle otto isole principali. Le bacche nutrono gli uccelli autoctoni e hanno un profondo significato culturale per le comunità hawaiane.

Le piante mostrano una straordinaria varietà di foglie, fiori e frutti. Sebbene appartengano al vasto gruppo dei mirtilli (circa 1400 specie nel mondo), i frutti della maggior parte delle piante di ʻōhelo sono in realtà rossi.

Origine e parentela genetica

Utilizzando analisi del DNA, il team di ricerca ha confrontato i mirtilli hawaiani con i loro parenti in tutto il mondo. I risultati hanno mostrato che i mirtilli delle Hawaii sono più strettamente imparentati con Vaccinium yatabei, una specie che si trova solo in Giappone.

«Questo è uno schema raro tra le piante native hawaiane» ha dichiarato il dottor Peter W. Fritsch, co-autore senior dello studio e ricercatore del BRIT. «Si stima che solo il 4% delle piante hawaiane provenga dall’Asia orientale temperata, mentre la maggior parte è arrivata dal Nord America o da regioni tropicali.»

I mirtilli probabilmente raggiunsero le Hawaii grazie agli uccelli migratori che ancora oggi viaggiano tra le regioni del Nord Pacifico e le isole. Con ogni probabilità, gli uccelli hanno mangiato le bacche nel nord e trasportato i semi attraverso l’oceano nel loro apparato digerente.

Adattamento e diffusione

I mirtilli hawaiani sono veri sopravvissuti. Le piante sembrano essere arrivate a Kauai già “pre-adattate” alle condizioni fredde e umide delle alte quote hawaiane, dove di solito crescono: i loro antenati si erano evoluti per sopravvivere ai climi temperati freddi.

Oggi crescono spesso sui flussi di lava fresca dell’isola più recente, Hawaii, dove quasi nessun’altra pianta riesce a vivere.

La storia non finisce nelle Hawaii. La ricerca ha scoperto che i mirtilli hawaiani si sono poi diffusi nella Polinesia sud-orientale, dove si sono mescolati con una specie appartenente a un diverso gruppo di mirtilli, dando origine a una specie ibrida.

Le prove genetiche suggeriscono persino che almeno una di queste piante abbia compiuto il viaggio inverso verso le coste del Nord America, un movimento dalle isole ai continenti quasi mai osservato.

Implicazioni per la conservazione

Il periodo è cruciale. I mirtilli arrivarono più o meno nello stesso momento in cui Kauaʻi, l’isola maggiore più antica delle Hawaii, emerse dal mare. Essere arrivati presto diede loro milioni di anni per diffondersi e adattarsi prima dell’arrivo di potenziali concorrenti.

Le osservazioni sul campo e sui campioni museali, insieme a una prossima analisi del DNA basata su popolazioni di tutte le isole principali, indicano la presenza di 15–18 specie distinte in attesa di essere formalmente riconosciute, un numero molto più alto rispetto alle tre attualmente riconosciute.

Questo ha importanti implicazioni per la protezione e la conservazione dell’ōhelo.

Fonte: phys.org

Fonte immagini: Fort Worth Botanic Garden 


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