11 mar 2023

Piemonte: pronti per una stagione incerta

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L'importanza economica della filiera del mirtillo in Piemonte, costantemente cresciuta negli ultimi anni anche grazie ai risultati rilevanti, porta con sè anche le criticità che ormai sono comuni a tutte le produzioni globali di mirtilli: il mercato, la manodopera e il cambiamento climatico.

La stagione del mirtillo piemontese 2023 si presenta quindi piena di criticità. In ogni aspetto della catena produttiva le difficoltà e le insidie stanno spingendo sempre più le aziende verso l'innovazione e l'adattamento dei metodi di lavoro.

mercato

Il periodo di raccolta, che tendenzialmente va dalle 3 alle 5 settimane, risulta sempre più compresso dalle spinte del mercato estero, con la produzione di paesi come Marocco, Spagna a ridosso della stagione italiana, seguiti dalla Polonia con il rischio di un effetto tenaglia. A tal proposito ha parlato Emiliano Albertengo, titolare dell'Azienda Agricola Albertengo a Revello:

“Dagli incontri avuti a Fruit Logistica le prospettive non sembrano tanto promettenti: pare infatti che lo standard qualitativo richiesto aumenterà; questo significa che potenzialmente ci sarà interesse a ritirare solo i primi stacchi. Il problema, però, non è tanto nemmeno quello della qualità, ma la competizione con produzioni che combattono con dei prezzi molto più bassi”. “Abbiamo acquistato una macchina per la lavorazione e abbiamo le celle frigo: investiamo per essere competitivi. La finestra è molto stretta e paesi come la Polonia e la Spagna lavorano molto bene”.

“A livello di prezzi non possiamo dare per certo ancora nulla, probabilmente si partirà da quelli dell'anno scorso, ma credo che ci si debba aspettare una guerra al ribasso. Non si tratta di livello qualitativo, quindi, ma si parla di competizione con la concorrenza. Sotto una certa soglia non siamo a nostro agio a raccogliere, pertanto a livello di margini diventa complesso. Proprio per questo cerchiamo di limitare gli stacchi. Di Duke parliamo di tre stacchi, per quanto riguarda il Draper due se si pota in modo aggressivo”.

Sullo stesso tema ha commentato anche Roberto Coppa, produttore e packer di mirtilli dell'Azienda Agricola Careglio di Saluzzo:

“E' necessario lavorare molto bene in quel breve lasso di tempo, la nostra finestra è di 3-4 settimane. In realtà non siamo tanto preoccupati per la qualità del prodotto, ma la problematica principale è quella di non farsi rubare la clientela o i mercati. Per prevenire eventuali problemi di costo, ad esempio, io ho iniziato a potare in maniera più consistente le piante per ammortizzare i costi di raccolta e essere più competitivi. Se iniziamo a pensare che il prezzo del mercato si abbassi ulteriormente non sarà più possibile far rientrare le spese”.

“Il paradosso è che tutti hanno il coltello tra i denti, la volontà generale è quella di abbassare le spese. Anche i supermercati, per questioni di budget, richiedono un aumento della qualità abbassando i prezzi d'acquisto: ma questo mi pare abbastanza difficile” afferma Coppa. “Tutto questo considerando sempre che lo spazio del supermercato per i prodotti è sempre lo stesso. A questo proposito non sono per niente d'accordo con il formato da 125g. Non vendiamo plastica e logistica, vendiamo frutta. Il costi di imballaggio e logistici dell'8x125g non saranno più sostenibile in futuro. I formati più grandi invece saranno più sostenibili e vanno incontro anche alle esigenze dei produttori”.

Secondo me è una questione di educazione del cliente” afferma a questo riguard anche Alex Brondino, produttore della Soc. Agricola Brondino F.lli S.S. “L'imballaggio, alla fin fine, si paga lo stesso, a prescindere dalla quantità di prodotto. Ma è anche vero che, in fin dei conti, il supermercato vuole vendere lo stesso il 125g. Dipenderà tutto da chi avrà la volontà di farsi carico dei costi”.

Manodopera

Un ulteriore problema di difficile risoluzione pare essere quello della manodopera, non per quanto riguarda la questione costi, ma per quanto riguarda la reperibilità: “Abbiamo già iniziato a fare domanda per i lavoratori – dice Emiliano Albertengo – e per ora non abbiamo un numero elevato di persone, ma bisogna per forza partire in questo periodo altrimenti si rischia di arrivare al periodo di raccolta senza personale. Per quanto ci riguarda, su 4 ettari necessitiamo almeno di 25 persone”.

Il costo della manodopera è sempre lo stesso. Il problema è trovarla” afferma Alex Brondino. “Noi crediamo che questa volta sarà necessario rivolgersi alle cooperative, ma anche in quel caso si tratta di un terno al lotto. Per quanto ci riguarda, con altre colture oltre ai mirtilli riusciamo a mantenere gli operatori per periodi più lunghi di una sola campagna di raccolta. Inoltre, in questo modo si stabilisce un rapporto più stretto con il personale che può durare anche più anni”.

“Abbiamo una cascina con diverse camere da letto, cucina, bagni. Siamo attrezzati per far alloggiare i dipendenti gratuitamente. Se si trovano bene è più probabile che rimangano. Cerchiamo di parlare sempre con i dipendenti, in questo modo si crea un dialogo diretto e ci si accorda sulla durata, sulle tempistiche e sulle modalità del lavoro.”

Abbiamo una decina di dipendenti che dal 2016 lavorano con noi. Credo sia normale aspettarsi un ricambio del personale, per svariati motivi, ma devo dire che la maggior parte rimane con noi”.

clima

Una delle preoccupazioni di tanti produttori piemontesi nella prima parte della stagione invernale è stata quella del clima. Pare, tuttavia, che ora la situazione si sia assestata:

A livello climatico non ci sono stati troppi problemi, possiamo parlare di un inverno abbastanza mite – sostiene Roberto Coppa – Non riguarda nello specifico me che mi trovo nella fascia pedemontana, infatti nella nostra zona non dovremmo incappare in problemi di siccità rispetto ad altre regioni. Bisognerà comunque fare i conti con la pioggia. Ad esempio, quest'anno il Cile ha avuto grossi problemi per via delle precipitazioni, ma in quel caso, purtroppo è impossibile saperlo. Qui in provincia di Cuneo non si può nemmeno coprire siccome la maggior parte degli impianti sono a terra; ma anche con le coperture in caso di pioggie copiose le piante vengono danneggiate”.

Anche per Alex Brondino la situazione pare essersi acquietata: “Fino ad ora non ci sono stati problemi con la pioggia, abbiamo assistito ad un tempo clemente per ora. Finalmente è arrivata la neve in queste settimane, quindi confidiamo che per l'estate non ci saranno problemi“. Anche Albertengo rassicura che “la scorta di acqua è arrivata, in montagna sono arrivati finalmente 70-80 cm di neve, la preoccupazione è diminuita parecchio”.


Le coltivazioni di mirtilli in Piemonte rappresentano la parte più estesa della filiera del mirtillo italiana, con un totale di oltre 650 ettari di terreno coltivato, la maggior parte nella provincia di Cuneo che rappresenta l'80% delle coltivazioni della regione. Anche in provincia di Torino si sono riscontrati aumenti delle superfici negli ultimi anni, che già nel 2021 contava un totale di oltre 90 ettari utilizzati per la produzione.

Superficie coltivata a mirtilli in Piemonte.

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