Il consumo di mirtilli delle famiglie italiane sta continuando a crescere, anche se nel periodo luglio 2021 – giugno 2022 la crescita dei mirtilli è risultata inferiore a quella complessiva della categoria dei piccoli frutti.
Spesa a +9,7%
Con una spesa di 91,8 milioni di euro, i mirtilli sono il prodotto più importante della categoria dei piccoli frutti in Italia. Secondo i dati Gfk sui consumi delle famiglie italiane infatti i mirtilli hanno rappresentato il 57% della spesa nei 12 mesi compresi tra luglio 2021 e giugno 2022. Nello stesso periodo la spesa per mirtilli è aumentata del 9,7%, contro il 14,3% complessivo della categoria dei piccoli frutti.
Mirtillo: consumo e comportamenti di acquisto delle famiglie italiane (luglio 2021 – giugno 2022)
Quantità a 7845 tonnellate
Le vendite a volume per i mirtilli sono state pari nello stesso periodo a 7845 tonnellate. Sia per le quantità che per il valore, i mirtilli hanno realizzato tassi di crescita inferiori a quelli complessivi della categoria: infatti, mentre la categoria è cresciuta del 11,3% a volume nel periodo luglio 2021 – giugno 2022, i mirtilli sono cresciuti di meno della metà in termini percentuali (+5,9%). Dal punto di vista delle quantità, i mirtilli rappresentano il 62% degli acquisti di piccoli frutti realizzati dalle famiglie italiane.
Penetrazione stagnante
La penetrazione (la percentuale di famiglie acquirenti sul totale delle famiglie italiane) è pari al 20,1% per i mirtilli. Questo indicatore ha realizzato un andamento sostanzialmente statico, con un incremento di soli 0,5 punti percentuali negli 12 mesi precedenti il 31/7/2022. Questo significa che in termini percentuali il parco delle famiglie acquirenti non ha subito variazioni significative.
Inoltre la penetrazione risulta ancora particolarmente bassa se confrontata con i campioni globali dei consumi di mirtilli: ad esempio nel Regno Unito la penetrazione è superiore al 50%, quindi più di una famiglia britannica su due compra mirtilli almeno una volta l'anno, mentre in Italia solo una su cinque effettua almeno un acquisto nel corso dei 12 mesi.
Di conseguenza si è realizzato un incremento delle famiglie acquirenti pari a un modesto 1,5%, facendole passare da 5,100M a 5,179M e aggiungendo un ristretto gruppo di 79.000 famiglie al parco acquirenti di mirtilli.
Comportamento di acquisto
L'acquirente italiano di mirtilli li acquista mediamente 5,6 volte l'anno e per ogni atto di acquisto spende mediamente Eur 3,16; l'acquisto medio a volume è pari a 0,2 Kg. Mentre la frequenza di acquisto è in lieve calo nel periodo luglio 2021 – giugno 2022 (-0,1%), per ogni atto di acquisto risultano in aumento sia la spesa media (+8,1%) che l'acquisto a volume (+4,4%).
Gli acquisti totali per famiglia sono passati da 1,45 Kg a 1,51 Kg nei 12 mesi in esame, mentre la spesa media per famiglia è passata da 16,42 € a 17,74 €, con un aumento dell'8,0% nel periodo in esame.
Gli indicatori di spesa
La spesa annuale per mirtilli è stata pari a Eur 17,74 nei 12 mesi in analisi, con un aumento dell'8,0% rispetto ai 12 mesi precedenti. Questo rappresenta il 61% in più della spesa media sostenuta per l'acquisto di lamponi.
Il prezzo medio dei mirtilli è stato pari a Eur 15.52 (equivalente ad esempio a Eur 1.94 per una confezione da 125g), con un lieve aumento (+3.7%) rispetto al periodo precedente.
Segmentazione di mercato
Le principali caratteristiche che descrivono la differenza nei consumi delle famiglie italiane sono di tipo geografico, cioè le aree regionali e il contesto urbano.
Infatti nel Nord-Ovest la penetrazione è superiore del 70% alla media nazionale mentre nel Sud-Sicilia è inferiore del 61% alla media nazionale. Anche il contesto urbano è determinante per la penetrazione: le aree metropolitane e di periferia hanno una penetrazione superiore del 37% alla media, mentre nelle aree urbane tra 10.000 e 50.000 la penetrazione è inferiore del 22% alla media nazionale.
Altri picchi positivi nella penetrazione si riscontrano nelle classi economiche alte (+35% rispetto alla media nazionale), nelle famiglie composte da 2 membri (+10%) e nelle famiglie con responsabile di acquisto con età compresa tra 55 e 64 anni (+11%).
Per quanto riguarda gli acquisti totali per famiglia acquirente, i picchi si realizzano nei segmenti geografici Nord-Ovest e Centro-Sardegna e nelle classi sociali medio alte (tutti segmenti con +16% rispetto alla media nazionale). Ancora più rilevanti le differenze nei segmenti over 65 (+21% rispetto alla media) e i residenti nelle aree metropolitane e in periferia (+21%).
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