06 feb 2024

La spesa per i piccoli frutti cresce in Italia del 19% nel 2023: una famiglia su 3 li ha acquistati nonostante l’aumento dei prezzi

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Prosegue nel 2023 la crescita del mercato dei piccoli frutti in Italia, con la spesa delle famiglie che in dodici mesi è passata da 170 milioni di Euro a oltre 202 milioni di Euro, con un aumento a valore del 19,1% in dodici mesi.

I dati Italian Berry – GfK aggiornati al 31/12/2023 disegnano uno scenario di crescita, che ha visto il mercato italiano dei berries aumentare del 67% negli ultimi tre anni, mentre nello stesso periodo la spesa per mirtilli è raddoppiata, passando da 67 milioni del 2020 a 122 milioni di Euro nel 2023.

I piccoli frutti rappresentano in Italia solo il 3,5% della spesa delle famiglie per la frutta fresca, mentre a quantità i berries (mirtilli, lamponi, more e ribes) pesano solo lo 0,5% sulla bilancia delle quantità acquistate.

Mentre il quadro complessivo degli acquisti di frutta delle famiglie italiane ha visto un calo nelle quantità (-5,9% totale) e nelle famiglie acquirenti (-0,1%), i piccoli frutti rappresentano un segmento in controtendenza, con gli indicatori base positivi e che rappresentano una situazione in crescita, con le basi per continuare a crescere: fa infatti ben sperare la continua crescita della penetrazione, con nuove famiglie che ogni anno acquistano piccoli frutti per la prima volta.

Aumentano le famiglie acquirenti al 32,3%

Sono ormai un terzo (32,3%) le famiglie italiane che almeno una volta l’anno hanno fatto un acquisto di piccoli frutti nei vari canali di vendita al dettaglio. Si tratta di un aumento di 3.5 punti percentuali rispetto al dato 2022 (28,8%), che si traduce in quasi un milione di famiglie in più. Nell’ultimo anno infatti sono quasi 8,3 milioni le famiglie acquirenti. Solo tre anni fa erano poco più di 6,3 milioni: è come se si fossero aggiunti tutti gli abitanti di Milano e Palermo insieme.

È in moderato aumento anche la percentuale di famiglie acquirenti che effettua almeno 2 atti d’acquisto, che sono passate dal 68.0% al 68,5% nell’ultimo anno.

I prezzi medi sono cresciuti del 15,6%

La crescita della spesa è stata influenzata anche dall’aumento dei prezzi medi, passati da Eur 12.39/kg del 2022 a Eur 14.31/kg del 2023 (+15,6%), con una spinta inflattiva che è risultata quasi tripla rispetto all’indice ISTAT dei prezzi al consumo (+5.7%). Sull’aumento dei prezzi dei piccoli frutti hanno pesato tutti i prodotti a parte il ribes.

L’andamento inflattivo dei prezzi ha avuto un effetto anche sulla spesa media per famiglia, cresciuta da Eur 23.05 nel 2022 a Eur 24.46 nel 2023 (+6.1%).

Le quantità aumentano del 3,1%

La pressione sui prezzi non ha generato un calo nei consumi a quantità: in un anno le tonnellate di piccoli frutti acquistate dalle famiglie italiane sono infatti passate da 13,7 mila a 14,1 mila, con un aumento del 3,1% tra 2022 e 2023 nelle quantità complessive. A livello di quantità per famiglia si è registrato tuttavia un calo rilevante: si è passati infatti a 1,71kg con una diminuzione dell’8,2% su base annua.

Il comportamento di acquisto risente dei prezzi alti

La spesa media per atto di acquisto è cresciuta del 10,5%, passando da Eur 3.39 nel 2022 a Eur 3.75 nel 2023. 

I prezzi in aumento hanno determinato negli acquirenti una maggiore prudenza nei comportamenti di acquisto.

Infatti nell’ultimo anno sono risultati in calo sia la frequenza di acquisto che il volume per singolo atto di acquisto. Mentre nel 2022 le famiglie italiane acquistavano piccoli frutti mediamente 6.8 volte l’anno, nel 2023 si è passati a 6.5, con un calo del 4,0%. Per ogni atto di acquisto poi sono calate anche le quantità, passate a 260g con una variazione negativa del 4,4% rispetto al 2022 quando erano pari a 270g.

Gli acquirenti sono nel Nord-Ovest e di segmento alto e medio-alto

L’indice di penetrazione (cioè la percentuale di famiglie acquirenti sul totale delle famiglie) ha un picco principalmente nell’area Nord-Ovest; sopra la media nazionale è anche il Nord-Est, mentre sono ancora ampiamente sotto la media Centro, Sud e isole, con Sicilia e le regioni meridionale che hanno una penetrazione pari alla metà della media nazionale. Il volume acquistato per famiglia segue lo stesso profilo geografico, anche se con meno differenze tra nord e sud.

Le famiglie che acquistano piccoli frutti appartengono principalmente a un segmento socio-economico alto e medio-alto; la classe socio-economica non ha invece una correlazione significativa con le quantità acquistate.

Per quanto riguarda la numerosità delle famiglie, i nuclei familiari numerosi mostrano una penetrazione maggiore ma quantità acquistate per anno più basse; in altre parole i single che acquistano piccoli frutti sono meno frequenti dei nuclei più numerosi, ma acquistano quantità superiori.

Anche l’età ha una correlazione positiva con gli acquisti per famiglia; i nuclei in cui il responsabile di acquisto è più anziano hanno acquisti maggior in quantità.

Le prospettive

In un contesto come quello italiano che mostra consumi in calo per la categoria della frutta fresca, i piccoli frutti continuano a dare segnali positivi e si evidenziano ancora notevoli spazi di crescita.

In particolare la penetrazione è ancora molto differenziata sua base geografica, socio-economica e per area urbana e offre quindi ampie occasioni di aumento.

Un ritorno a dinamiche di prezzi non influenzate dalle contingenze negative (El Nino e altri fenomeni) potrebbe dare un ulteriore spinta ai consumi di piccoli frutti, una categoria che sta guadagnando spazio nelle preferenze di un numero crescente di famiglie italiane.

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