09 dic 2025

Hortifrut taglia in Messico e punta su Perù e Cina: svolta globale nel business dei mirtilli

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La maggiore produttrice e commercializzatrice di mirtilli al mondo ha chiuso alcune operazioni agricole in Messico e sta ricalibrando le superfici in Perù e Cina, con forti svalutazioni contabili che hanno portato a perdite per 59,2 milioni di dollari (circa 55 milioni di Euro) a settembre.

Notizia bomba per l’industria dei berries nel continente: Hortifrut, leader cileno nei mirtilli, ha deciso di chiudere parte delle sue operazioni agricole in Messico dopo aver concluso che non stavano fornendo i risultati attesi.

Il movimento, sommato a un processo di ricambio varietale in Perù e Cina, si è tradotto in una svalutazione di attivi per 80,6 milioni di dollari (circa 75 milioni di Euro) e in una perdita attribuibile ai proprietari di 59,19 milioni di dollari (circa 55 milioni di Euro) a settembre 2025, invertendo l’utile di 8,77 milioni (circa 8,1 milioni di Euro) registrato l’anno precedente.

Decisioni strategiche e ricadute

Secondo quanto spiegato dalla stessa compagnia nella sua analisi ragionata inviata alla Commissione per il Mercato Finanziario del Cile, la svalutazione risponde principalmente alla chiusura di alcune operazioni agricole messicane e alla decisione di sostituire impianti meno redditizi con varietà più produttive o con migliori prezzi di mercato.

Secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, si tratterebbe di un aggiustamento strutturale che impatta con forza sul patrimonio nel breve termine, ma che cerca di riposizionare l’azienda in condizioni competitive migliori per il futuro.

Per produttori ed esportatori di frutta, questo trasmette un messaggio: primo, il business dei berries non tollera più progetti mediocri. O si compete con genetica di punta, produttività ed efficienza logistica, oppure il mercato presenta il conto.

Il Messico, fondamentale nella finestra precoce di mirtilli e lamponi per il Nord America, vede come uno dei grandi attori riorganizza la propria presenza, il che potrebbe aprire spazio ad altri operatori locali o internazionali con strutture di costo più leggere o meglio adattate al contesto.

Il ricambio varietale come leva

Secondo, il ricambio varietale che Hortifrut accelera in Perù e Cina conferma una tendenza già evidente nei campi del Cile: varietà vecchie, con calibri inferiori o peggior comportamento in post-raccolta, cedono spazio a materiali con maggiore accettazione a destino e maggiore produttività per ettaro.

In uno scenario di costi in aumento, pressione regolatoria e consumatori più esigenti, la genetica diventa una variabile centrale del business, sia nel fresco sia nel congelato.

Sebbene i numeri della chiusura a settembre appaiano duri, la performance operativa mostra segnali di resilienza: l’EBITDA cumulato è cresciuto leggermente rispetto all’anno precedente, supportato da maggiori volumi e miglioramenti in efficienza.

Un messaggio al settore

Per i produttori legati a Hortifrut, dentro e fuori dal Messico, la lettura è chiara: l’azienda è disposta a prendere decisioni difficili oggi per mantenere la propria posizione in un mercato saturo e con nuovi Paesi che guadagnano terreno.

Per il resto della frutticoltura latinoamericana, il caso funziona come un promemoria: la scala da sola non basta più; la redditività per ettaro, la scelta delle zone e il portafoglio varietale saranno i veri fattori di sopravvivenza.

Fonte testo e immagine: www.diariofruticola.cl


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