Il mirtillo si conferma un frutto di grande successo, ma anche gli altri piccoli frutti stanno guadagnando terreno, con la mora che nei prossimi anni potrebbe riservare importanti sviluppi. La Cooperativa Sant’Orsola ne è fermamente convinta e conferma la propria strategia di crescita e innovazione nel settore.
Alla prossima edizione di Macfrut (fiera in programma fra il 6 e l’8 maggio), la Sant’Orsola sarà al fianco della Berry Area, lo spazio specificamente dedicato ai piccoli frutti e realizzato da Ncx Drahorad, in collaborazione con Macfrut. “Pur considerando strategica la nostra partecipazione alle fiere europee, il 95% del nostro fatturato è sviluppato nel mercato interno. La fiera di Rimini è un appuntamento di rilievo per le principali catene della GDO italiana e la nostra presenza nella Berry Area rappresenta un'opportunità per condividere le sfide della filiera e valutare nuove occasioni di sviluppo”, ci ha raccontato Nicola Leonardi, responsabile commerciale della Sant'Orsola.
Il successo del mirtillo e le sfide del lampone
Il successo del mirtillo è ormai consolidato, con una crescita costante grazie all’incremento della qualità della produzione italiana e internazionale. “Il formato da 125 grammi non è più lo standard: la GDO propone confezioni più grandi e i consumatori sono disposti a pagare di più per un prodotto di alta qualità, mantenendo la domanda elevata anche nei periodi di maggiore prezzo”, ha spiegato Leonardi.
Anche il lampone sta guadagnando spazio, nonostante i costi di produzione elevati: “Abbiamo abituato il consumatore a un prodotto premium e, nonostante prezzi sostenuti nel 2024, la domanda è rimasta stabile o in leggero aumento”. Tuttavia, il lampone presenta ancora delle sfide, legate alla sua gestione e alla sua conservazione domestica. “Nei prossimi anni, lo sviluppo varietale permetterà una gestione più semplice, riducendo le difficoltà attuali”, ha aggiunto Matteo Bortolini, direttore della Sant’Orsola.
Stabilità e continuità per il successo
Da un lato la qualità è importante, dall’altro è necessaria la continuità e la costanza nella presenza sul banco del supermercato. L’abitudine al consumo gioca un ruolo chiave nel successo dei piccoli frutti. “Non importa quale sia il piccolo frutto di cui stiamo parlando, mirtillo, lampone o mora – ha detto ancora Leonardi – dato per scontato il fatto che il prodotto deve avere una certa qualità, è fondamentale che ci sia stabilità nell’offerta con quelle determinate caratteristiche per almeno tre mesi all’anno. Senza la garanzia di quest’arco temporale, tutte le dinamiche di offerta decadono”.
La mora, una scommessa vincente
La scommessa fatta negli scorsi anni in ricerca sta portando risultati. La Sant'Orsola investe fortemente sulla mora, considerata il piccolo frutto con il maggiore potenziale di crescita. “Tradizionalmente vista come terza referenza tra i berries, la mora ha registrato un aumento del 20% lo scorso anno, con un completo assorbimento del mercato e buoni riscontri economici per tutta la filiera”, ha detto ancora a Italian Berry Leonardi.
“L’azienda ha lavorato per ottimizzare le produzioni tra Nord e Sud Italia, garantendo una fornitura continua e bilanciata. L'aumento dell'offerta della mora proviene principalmente dal Sud, dove abbiamo strutturato un sistema produttivo capace di evitare eccessi e carenze di prodotto”, ha aggiunto Bortolini.
Il progetto 'Residuo Zero'
Un ulteriore traguardo riguarda il progetto ‘Residuo Zero’, che dal 2025 include anche la mora: “Dopo i test positivi del 2024, lanciamo in aprile la mora a residuo zero, affiancando il mirtillo e il lampone, già disponibili con questa certificazione per la maggior parte della produzione italiana”, ha aggiunto, parlando con Italian Berry, Leonardi.
Il mirtillo a residuo zero va da marzo a fine settembre/metà ottobre e il lampone a residuo zero è disponibile per 9-10 mesi all'anno. “A ciò aggiungiamo la mora a residuo zero da aprile a fine giugno, per ora in primavera al Sud, ma in seguito si vuole proporla a residuo zero anche dal Nord Italia. La domanda per prodotti a residuo zero è in forte crescita e la Sant'Orsola sta investendo in una comunicazione efficace per valorizzare questa differenziazione”.
Nuove coltivazioni e innovazioni
Tra le novità più recenti, Sant’Orsola ha avviato la produzione di fragole in Sicilia, affiancando le tradizionali coltivazioni in Trentino e Veneto. “Dopo un test effettuato lo scorso anno, il 2025 segna il debutto delle fragole dei nostri soci siciliani, ampliando così la nostra offerta e garantendo una stagionalità più estesa”.
Inoltre, l'azienda ha inaugurato una nuova serra a Campiello di Levico, frutto della collaborazione con l'Università di Wageningen. Questa innovativa struttura consente una riduzione della temperatura media annua di 3 gradi, un risparmio idrico del 14% e un incremento delle rese, senza comprometterne la qualità.
“Vedremo nei prossimi anni uno sviluppo in tutto il territorio nazionale, fra i soci della cooperativa. È il risultato di una ricerca che è durata tre anni e non si tratta solo di ferro e bulloni. I 27 milioni di euro del Piano Operativo 2025-2031 supporteranno ulteriormente queste innovazioni”, conclude Bortolini.
Berry AreaQuesto articolo fa parte della rubrica dedicata al nostro nuovo progetto di comunicazione in collaborazione con Macfrut 2025. Questa rubrica è di supporto all'evento del 6-8 maggio 2025 (Rimini Expo Centre), dove la Berry Area si pone come punto di riferimento per tutti coloro che cercano soluzioni innovative per la coltivazione e la commercializzazione di fragole e piccoli frutti. 👉 Scopri di più a questo link |