Nel 2000, una violenta tempesta colpì la Serbia, facendo cadere migliaia di frutti ancora acerbi. Quello che sembrava un disastro agricolo si trasformò in un’intuizione rivoluzionaria per Momčilo Kokanović, ingegnere meccanico e oggi CEO dell’azienda serba BSK, specializzata in macchine per la raccolta dei piccoli frutti.
Osservando i campi colpiti, Kokanović si fece una domanda semplice ma geniale: “Se il vento può far cadere i frutti senza danneggiarli, perché non replicare questo fenomeno in modo controllato?”
Da quell’intuizione nacque una tecnologia di raccolta unica, capace di imitare la forza di una tempesta tramite getti d’aria pulsata: oggi, i raccoglitori BSK sono utilizzati in più di 30 Paesi per la raccolta non invasiva, efficiente e scalabile di mirtilli, lamponi e more.
Tecnologia ispirata alla natura
La “Air Harvesting Technology” sviluppata da BSK consente di scuotere la pianta senza contatto fisico, grazie a impulsi d’aria calibrati in velocità e frequenza. Il risultato? Frutti integri e piante non danneggiate.
Ma la vera forza dell’azienda risiede nell’innovazione continua: i cuscini pneumatici assorbono l’energia dell’impatto, evitando ammaccature, mentre il sistema a dischi pettinatori riduce le perdite a meno del 5%. Per le operazioni più intense, come le raccolte di fine stagione, entra in gioco il sistema a dita, che aumenta la potenza dell’azione.
Un’altra novità significativa? La possibilità di controllare separatamente la velocità dell’aria e la frequenza della vibrazione, un’evoluzione tecnica che ha segnato un punto di svolta per molti produttori di mirtilli.
Dai lamponi serbi ai mirtilli globali
La storia di BSK parte dai lamponi, prodotto simbolo della Serbia, ma si è rapidamente orientata verso i mirtilli destinati al mercato del fresco. Oggi il 90% dei clienti BSK coltiva mirtilli freschi, mentre solo il 10% si dedica alla produzione per l’industria del surgelato (IQF).
Il motivo? Le coltivazioni di lamponi serbe, spesso su pendii e di dimensioni ridotte, non si prestano facilmente alla meccanizzazione. I mirtilli, invece, coltivati in appezzamenti più ampi e in terreni pianeggianti, rappresentano lo scenario ideale per massimizzare l’efficienza delle macchine BSK.
Un raccoglitore BSK può arrivare a raccogliere oltre 500 kg di frutti all’ora, sostituendo il lavoro di circa 90-100 operai stagionali. In impianti non predisposti, si parte con una meccanizzazione del 10-15% nel primo anno, arrivando al 60% entro il terzo. In coltivazioni pensate per la raccolta meccanica, si può partire da subito con il 50%.
Una tecnologia che conquista il mondo
Dall’Europa all’Oceania, BSK ha esteso la sua presenza in oltre 30 Paesi. Gli Stati Uniti, in particolare, rappresentano il principale mercato: in pochi anni, BSK ha consegnato più di 40 macchine in stati come Washington e Oregon.
Negli USA, dove i coltivatori sono altamente produttivi ma anche tradizionalisti, l’azienda ha saputo adattarsi offrendo assistenza locale e una rete di distribuzione efficiente. Qui, circa il 50% della superficie coltivata a mirtilli è già raccolta meccanicamente, contro una percentuale ancora molto bassa in Europa.
In molti casi, la raccolta meccanica viene affiancata a quella manuale: i primi passaggi, destinati al mercato premium, sono eseguiti a mano, mentre la macchina viene utilizzata per le raccolte successive.
Prossime frontiere: ottica, software e nuovi frutti
BSK guarda avanti e investe in soluzioni integrate: sistemi di sorting ottico montati direttamente sulla macchina, software intelligenti per regolare i parametri in tempo reale, e nuove applicazioni dell’aria pulsata per la raccolta di ciliegie e mele.
Nel prossimo futuro, l’azienda serba intende offrire un pacchetto completo: dalla progettazione del frutteto a sistemi di protezione antigrandine e antisolari, fino alla raccolta meccanizzata.
Ma Kokanović lancia un avvertimento: “La tecnologia non può sostituire la buona gestione agricola. La qualità del frutto dipende da come viene coltivato, non da come viene raccolto.”
E per chi pianifica nuovi impianti? Il consiglio è chiaro: pensare fin da subito a una progettazione adatta alla raccolta meccanica. Perché le sfide legate alla manodopera e al clima non faranno che aumentare.
Fonte testo e immagine: fruitnet.com