02 giu 2025

In Polonia la domanda interna in crescita sta rimodellando l’industria del mirtillo

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La Polonia è da tempo un importante fornitore di mirtilli per l’Europa, ma le dinamiche di esportazione stanno cambiando nel 2025. Sebbene il paese sia ancora uno dei maggiori produttori europei, l’aumento della domanda interna e la concorrenza di altri paesi stanno rapidamente modificando la sua posizione sul mercato.

Tra il 2018 e il 2022, la Polonia ha più che raddoppiato la superficie coltivata a mirtilli, passando da 5.800 a 11.900 ettari. La produzione annua si aggira ora tra le 60.000 e le 68.000 tonnellate. Ma questa rapida crescita ha portato con sé una forte frammentazione. L’azienda media polacca dedicata ai mirtilli misura solo 1,4 ettari, il che limita l’efficienza e rende difficile adottare tecnologie come la raccolta meccanica.

Di conseguenza, le rese restano modeste, con una media di circa 5,7 tonnellate per ettaro, ben al di sotto della media globale di quasi 9 tonnellate.

Crescente consumo interno e inversione del saldo commerciale

Tradizionalmente, la Polonia ha esportato grandi volumi di mirtilli freschi verso mercati chiave come Germania, Regno Unito e Scandinavia. Tuttavia, nelle ultime stagioni, questa tendenza ha cominciato a invertirsi. Il consumo interno sta aumentando rapidamente, spinto dalla popolarità del frutto e dalla crescente aspettativa di una disponibilità per tutto l’anno.

Questo cambiamento è così marcato che nel 2022/2023 il saldo commerciale dei mirtilli in Polonia è diventato leggermente negativo: le importazioni hanno superato le esportazioni di 6,4 milioni di euro.

I mirtilli stanno ora arrivando in Polonia da Spagna, Marocco, Perù e Sudafrica per soddisfare la domanda fuori stagione. Una parte del volume esportato riportato dalla Polonia include anche riesportazioni di mirtilli ucraini.

Pressione sulla filiera e concorrenza globale

Tuttavia, gli agricoltori ucraini stanno sempre più scegliendo di spedire direttamente agli acquirenti dell’UE invece che passare per intermediari polacchi. Per questo motivo, le riesportazioni stanno diminuendo, e il profilo netto di esportazione della Polonia si sta riducendo.

Un’altra preoccupazione è lo stato del mercato del lavoro. La maggior parte delle raccolte avviene ancora a mano e la mancanza di manodopera rende le cose ancora più difficili per gli agricoltori. Si stanno studiando soluzioni di meccanizzazione, ma poiché molte aziende sono piccole, molti produttori non possono permettersi l’investimento in attrezzature.

Nel frattempo, l’aumento dei costi — dai materiali alla manodopera — sta riducendo i margini di profitto. La concorrenza globale non aiuta. Il Perù ha aumentato drasticamente le spedizioni verso l’UE, e paesi come la Cina stanno incrementando la produzione interna, riducendo il bisogno di importazioni.

Strategie di adattamento e prospettive future

I prezzi sono sotto pressione e i coltivatori polacchi sono costretti ad adattarsi. Per restare competitiva, l’industria sta investendo in cultivar ad alta resa e in infrastrutture post-raccolta più efficienti.

C’è anche uno sforzo per diversificare le destinazioni di esportazione, con mercati come Cina e Medio Oriente nel mirino, sebbene i volumi restino ancora limitati. Altri si stanno concentrando sulla qualità, puntando su frutti premium per i consumatori europei attenti alla salute e per i rivenditori specializzati.

Nonostante le sfide, è improbabile che la Polonia scompaia dalla mappa globale del mirtillo. Ma il suo ruolo sta chiaramente cambiando. Entro il 2030, la produzione potrebbe superare le 70.000 tonnellate, ma una quota maggiore di questo frutto sarà probabilmente consumata nel paese.

Per una nazione un tempo nota per inondare l’Europa di mirtilli ogni luglio, il futuro appare più equilibrato e più orientato a soddisfare il proprio crescente appetito interno.

Fonte testo e immagini: Agronometrics.com


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