Il mirtillo ha colorato di blu Macfrut, la fiera dell’ortofrutta che per tre giorni ha riempito di visitatori i padiglioni di Rimini Fiera.
Il secondo giorno di International Blueberry Days ha visto come protagonisti i Global Players, rappresentati dalle aziende primarie delle principali aree di produzione e commercializzazione internazionale. A livello globale il mirtillo ha diversi punti di forza che ne sostengono le previsioni positive: andamento di produzione e consumi, disponibilità di prodotto 52 settimane l’anno, innovazione di packaging e marketing per portare al consumatore nuove occasioni di acquisto e linee premium di prodotto.
Justin Mudge di Chiltern Farms ha illustrato le sfide a cui sottoposti i produttori di mirtillo in Sudafrica: dopo una crescita che ha portato la produzione media dell’ultimo triennio oltre i 3000 ettari e le esportazioni a 24.000 tonnellate nel 2022, il settore sta vivendo una forte pressione su costi e prezzi: mentre tra 2020 e 2021 i prezzi sono calati del 23%, i costi hanno visto un’impennata del 51%, con una perdita di redditività che sta portando l’intero settore a riconsiderare la sostenibilità del proprio futuro, che è basato su una produzione di qualità e un’esperienza quasi centenaria di esportazioni ortofrutticole.
Secondo Mudge “tutti gli attori della filiera devono avere ben chiaro come è il mirtillo ideale: forma e dimensione regolare ed uniforme, sapore e aroma gradevoli e distintivi, consistenza e croccantezza, salubrità garantita, presenza di pruina e di un colore tipico. Gli aspetti salutistici, sebbene siano stati fondamentali nel lanciare i mirtilli sul podio delle preferenze dei consumatori, non sono più sufficienti a garantire una piena soddisfazione degli acquirenti.”
Le aspettative del consumatore devono anche armonizzarsi con le esigenze della produzione. Justin Mudge ha ribadito che “noi produttori cerchiamo una genetica che garantisca produttività elevata, maturazione uniforme, raccolta concentrata, possibilità di raccolta meccanica e un calendario ottimale di produzione.”
John Early di Agrovision (Perù) ha presentato le stime di produzione peruviana: negli ultimi cinque anni la produzione del paese sudamericano è passata da 43 mila tonnellate nel 2016 a 277 mila tonnellate nel 2022 e si sta avviando verso il raddoppio nei prossimi cinque anni. Secondo Early il Perù sta sviluppando in particolare i mercati asiatici, con la Cina in testa: oltre 1400 container sono stati inviati nel 2022 solo dai primi tre esportatori.
Il tema del rinnovamento varietale sta interessando sia il Perù che il Cile, che sta ridisegnando le proprie strategie di produzione ed esportazione del mirtillo per fare fronte alle nuove sfide. Orieta Ramirez di Frusan ha individuato le principali criticità in “logistica, scarsità di manodopera, cambiamento climatico, miglioramento genetico; a questo si aggiungono nuovi paesi produttori che stanno rapidamente erodendo le quote di mercato globali del mirtillo cileno, tra cui principalmente Perù e Messico, ma anche Marocco e Cina e che stanno spingendo il Cile verso nuove strategie di diversificazione”. Le quantità in esportazione di mirtillo fresco cileno sono previste in calo del 20% nella prossima stagione 2022/23, da 110.000 tonnellate a 87.000 mila tonnellate.
Il mercato statunitense è stato illustrato da Nader Musleh di California Giant Berry Farms: con una penetrazione del 45% e un fatturato di quasi 2 miliardi di dollari, il mirtillo rappresenta il settimo frutto più amato dagli americani: il 41% dei consumatori lo cita infatti come il frutto preferito.
Dominika Kozarzewska ha illustrato i risultati della campagna di promozione dei piccoli frutti che sta interessando la Polonia, dove l’intera filiera si è unita per comunicare al consumatore i benefici dei piccoli frutti. La Polonia, che produce mirtilli da quasi cinquant’anni, ha visto le importazioni crescere a un ritmo superiore alla produzione e all’esportazione, facendone uno dei mercati più dinamici in Europa. Gli acquisti dall’estero sono passati infatti da 9910 tonnellate del 2020 a 14250 tonnellate nel 2021, con un aumento del 44% e ormai quattro famiglie polacche su cinque acquistano mirtilli nel corso dell’anno.
I Global Players, protagonisti mondiali della filiera del frutto blu, concordano comunque che lo sviluppo sarà sostenibile solo se si baserà sulla qualità, un obiettivo verso il quale tutti gli attori stanno lavorando: dai breeder per sviluppare nuove varietà fino a tutta la catena di produzione, commercializzazione e distribuzione. I consumatori di tutto il mondo continuano a dimostrare la propria passione per il mirtillo e sta al settore dimostrare che è possibile portare sulle tavole per 52 settimane un mirtillo all’altezza delle aspettative di gusto, croccantezza, aspetto visuale e salubrità.
Secondo Thomas Drahorad, co-organizzatore di International Blueberry Days “Macfrut si conferma quindi anche per il mirtillo un laboratorio di conoscenza, innovazione e motore di sviluppo per sostenere un settore in rapida espansione a livello globale.”