15 ott 2025

Germoplasma dei mirtilli tra Ande e Amazzonia: scienza, AI e comunità locali per la biodiversità futura

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Mentre il mercato globale dei mirtilli continua la sua espansione, l'attenzione degli operatori non deve concentrarsi solo sulle cultivar ad alta resa. Nelle remote alture Andine e nelle foreste Amazzoniche, le specie native di Vaccinium spp. rappresentano un patrimonio genetico inestimabile, la vera chiave per la resilienza futura.

La loro conservazione è una strategia di investimento contro i cambiamenti climatici, un'iniziativa che unisce biotecnologie d'avanguardia e la saggezza millenaria delle comunità custodi.

Il mirtillo (Vaccinium spp.) è riconosciuto a livello mondiale per il suo potenziale economico e le sue straordinarie proprietà nutrizionali, grazie alla ricchezza di antociani e composti bioattivi. Tuttavia, questa coltura di successo si trova ad affrontare sfide crescenti a causa dei cambiamenti climatici, dell'espansione urbana e dell'agricoltura intensiva, fattori che stanno erodendo la diversità genetica essenziale.

La riserva genetica sotto sfrutto

Le specie selvatiche e native che prosperano negli ecosistemi Andini e Amazzonici—come Vaccinium floribundum (Colombia, Ecuador, Perù) e V. meridionale—sono cruciali. Questi ecotipi non sono importanti solo per l'equilibrio ecologico, ma possiedono adattamenti unici.

Sono naturalmente resilienti ai suoli acidi, alle basse temperature e all'alto irraggiamento UV, e rappresentano un serbatoio di geni utili per sviluppare nuove cultivar commerciali che siano più tolleranti agli stress biotici e abiotici.

La conservazione di queste risorse non è quindi un atto puramente ecologico, ma una necessità strategica per la sicurezza alimentare e l'innovazione agricola sostenibile a lungo termine.

Figura 1. Rappresentazione schematica degli espianti utilizzati per la coltura in vitro di Vaccinium spp., tra cui foglie, radici, apici, embrioni, antere, protoplasti, callo e sospensioni cellulari.

Il ruolo strategico della comunità locale

La conservazione della biodiversità è intrinsecamente legata alla dimensione umana. Nelle regioni rurali Andine, la gestione di queste risorse genetiche si basa spesso sulla conoscenza tradizionale.

Le comunità locali che praticano l'agricoltura tradizionale e i sistemi agroforestali agiscono come veri e propri custodi della biodiversità (biodiversity custodians). Attraverso queste pratiche, mantengono attivamente i loro ecotipi locali di mirtilli, garantendo il continuo accesso a frutti nutrienti e sostenendo l'adattamento ai cambiamenti climatici.

La conservazione in situ—all'interno degli habitat naturali—non solo preserva la diversità genetica, ma mantiene anche i legami culturali e sociali con i popoli indigeni.

Tuttavia, l'introduzione incontrollata di varietà commerciali e la mancanza di politiche di conservazione stanno accelerando l'erosione genetica e lo spostamento delle specie autoctone.

L’alleanza tra tecnologia e territorio

Per proteggere efficacemente questo patrimonio, si sta definendo un approccio integrato che combina il sapere locale con gli strumenti scientifici più avanzati. L'obiettivo è superare la frammentazione degli habitat tipica degli ecosistemi Andini e Amazzonici.

Gli strumenti biotecnologici sono pilastri per la conservazione ex situ (fuori dall'habitat naturale), garantendo un "backup" sicuro del germoplasma:

  • La Micropropagazione in vitro consente di produrre rapidamente piante cloni uniformi e patogen-free da espianti (come gli apici vegetativi), ideale per genotipi unici che si propagano lentamente in natura.
  • La Crioconservazione fornisce una riserva genetica a lunghissimo termine, mantenendo il materiale vegetale in azoto liquido (−196 °C) senza alterazioni per decenni.

Gli strumenti genomici offrono una "mappa di precisione" per guidare la conservazione e il miglioramento genetico:

  • Il DNA barcoding è cruciale per l'identificazione tassonomica affidabile delle specie native, specialmente in regioni come le Ande Peruviane dove molti taxa sono poco descritti o criptici. Aiuta a discriminare gli ecotipi di valore e a mappare le aree prioritarie.
  • Il sequenziamento di nuova generazione (NGS), in particolare tecniche come il GBS (Genotyping-by-sequencing), permette di identificare i loci genetici associati alla tolleranza agli stress ambientali e di accelerare la selezione di cultivar adattabili.

Il futuro: genomica del paesaggio e intelligenza artificiale

Le prospettive future si concentrano sull'integrazione di questi dati molecolari con le variabili ambientali sul campo, un approccio definito Genomica del Paesaggio. Questa tecnologia consente di integrare i dati genetici con informazioni su clima, suolo e uso del territorio per identificare con precisione le zone cruciali per la conservazione o il ripristino adattativo.

L'Intelligenza Artificiale (AI) e il Machine Learning stanno emergendo come strumenti strategici:

  • Possono utilizzare la visione artificiale (anche tramite droni, UAV) per il monitoraggio in campo, la stima della resa e la diagnosi precoce delle malattie.
  • Attraverso la modellazione della distribuzione delle specie (SDM), l'AI aiuta a prevedere come gli areali di queste specie cambieranno sotto gli scenari climatici futuri, guidando la pianificazione della conservazione.

Il successo di questa strategia si basa sulla traduzione della conoscenza scientifica in azioni concrete sul territorio, creando un ponte tra i laboratori ad alta specializzazione e le remote comunità Andine e Amazzoniche.

L'integrazione di piattaforme di monitoraggio genomico con i vivai comunitari è un esempio tangibile di come la scienza possa supportare uno sviluppo rurale equo e resiliente.

In sintesi, la conservazione del germoplasma nativo di Vaccinium spp. è un imperativo strategico. Gli operatori del settore devono riconoscere in questa risorsa genetica non solo un bene da preservare, ma un asset essenziale per la competitività e l’adattabilità delle colture future in un mondo in rapido cambiamento.

Il futuro del mirtillo passa necessariamente per l'integrazione armonica tra scienza, tecnologia e la gestione locale sostenuta dalle comunità custodi.

Fonte testo e immagini: Arista-Fernández, H.S.; Hernández-Amasifuen, A.D.; Pineda-Lázaro, A.J.; Guerrero-Abad, J.C. Biotechnological and Genomic Applications in the Conservation of Native Blueberries in Natural Habitats. Int. J. Plant Biol. 2025, 16, 109. https://doi.org/10.3390/ijpb16030109 

Fonte immagine apertura: 


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