Si è appena conclusa ad Agadir un’edizione da tutto esaurito di Morocco Berry Conference, un evento che riunito oltre 600 operatori professionali della filiera “fruit rouges”, che in Marocco significa soprattutto mirtillo, lampone e fragola e precisamente in questo ordine.
Infatti mentre fino al 2020 la fragola era la coltura più diffusa della categoria, dal 2021 è stata sorpassata sia da lampone che da mirtillo, secondo i dati presentati da Amine Bennani, presidente dall'Associazione Marocchina Produttori Frutti Rossi.
Il settore vale in Marocco quasi 14.000 ettari di cui il 50% a mirtillo e e il 32% a lampone. Nell’ultima stagione 2023/24 le fragole rappresentavano il 18% delle superfici di piccoli frutti in produzione.
Il mirtillo è al primo posto nella categoria anche come esportazioni (oltre 75.000 tonnellate, di cui l’89% e l’11% surgelato) e come crescita a volume: le esportazioni sono infatti aumentate del 33% rispetto alla stagione 2023/24.
Mentre il lampone ha registrato un calo del 4% nelle esportazioni, le fragole hanno tenuto le quantità (-3%) nonostante le superfici fossero calate del 30%.
Attualmente, il settore dei piccoli frutti in Marocco si estende su quasi 14.000 ettari, di cui ben il 50% è destinato al mirtillo e il 32% al lampone. Le fragole, pur essendo ancora rilevanti, rappresentano il 18% delle superfici totali, secondo i dati dell’ultima stagione 2023/24.
Il mirtillo non solo domina in termini di superfici coltivate, ma anche per le esportazioni. Con oltre 75.000 tonnellate esportate nell’ultima stagione, di cui l’89% come prodotto fresco e l’11% surgelato, il mirtillo è cresciuto del 33% rispetto alla stagione precedente.
Al contrario, le esportazioni di lampone hanno subito un calo del 4%, mentre le fragole hanno mantenuto i volumi (-3%) nonostante una significativa riduzione delle superfici, pari al 30%.
Panorama varietale
Il panorama varietale della fragola marocchina proviene per il 93% dalla Spagna, con 3 varietà (Victory, Sabrina e Florida Fortuna) che rappresentano quasi il 50% della superficie piantata. Il Marocco si sta facendo largo anche come produttore di piante: il vivaismo locale copre ormai il 15-20% del fabbisogno nazionale e riesce ad esportare 40 milioni di piante.
Per il lampone le varietà principali sono Yazmin, Adelita, Diamond Jubilee e Majestic, con Driscoll’s che detiene la quota maggiore.
Il panorama varietale del mirtillo è molto aperto e dinamico e tutte le principali società, gruppi e cooperative sviluppano i propri programmi di breeding.
Le principali varietà coltivate includono Kirra, Coria, Rocio e Sekoya Pop, che si conferma la più piantata. Solo nel 2024 sono stati aggiunti 1.500 ettari di nuove piantagioni di mirtillo.
Criticità acqua
Nonostante la forte crescita delle superfici piantate a piccoli frutti, il Marocco sta fronteggiando delle criticità che ne mettono a rischio gli sviluppi futuri.
Soprattutto nella regione attorno ad Agadir la scarsità di risorse idriche sta diventando un problema molto serio. Il settore dei piccoli frutti può fare valere la maggiore efficienza idrica delle sue produzioni rispetto alle altre colture frutticole: mentre i frutti rossi consumano tra 7000 e 8000 metri cubi annui per ogni ettaro, altre colture molto diffuse come agrumi, uva da tavola e avocado consumano fino a 12.000 metri cubi.
Inoltre si stanno facendo interventi sia per accedere a risorse idriche più profonde che per ottimizzarne l’uso tramite l’adozione di agrotessili per le coperture. Ma il problema si sta estendendo a un punto tale che gli usi agricoli sono in concorrenza con quelli dell’acqua potabile per le esigenze della popolazione.
Unito ai fenomeni estremi (come venti a oltre 100 km/h e temperature fino a 51 C) questo fenomeno ha generato uno spostamento delle stagioni e delle finestre di produzione, oltre a un aumento dei costi per le coperture e le risorse idriche e, in certi casi, cali nelle rese tra il 5% e il 20%.
Manodopera
Ma la stagione 2023/24 ha visto emergere, per la prima volta in Marocco, un problema che non si era messo in conto: la scarsità di manodopera. Una produzione passata in breve tempo da 10.000 ettari (2020) a 14.000 ettari (2024) ha portato alla luce un problema che sembrava un’esclusiva dei paesi europei.
Ma già nella scorsa stagione la scarsità di manodopera ha avuto un impatto economico rilevante: infatti si stima che sia stato perduto il 15% delle esportazioni di mirtilli perché mancavano i raccoglitori.
Il problema è complesso: secondo gli operatori il salario medio è di circa 8 € a persona al giorno (che non è sufficiente per coprire il costo della vita ad Agadir) ma comunque superiore a quello applicato in Egitto, che è visto come il principale concorrente estero.
D’altro canto ci sarebbero ampi margini di miglioramento nella produttività dei raccoglitori: le stesse operaie marocchine hanno infatti in Spagna rese di raccolta pari a 3-4 volte quelle realizzate in Marocco.
Mancano inoltre la capacità del settore di attrarre forze lavoro giovani, anche per impieghi a tempo parziale, e la disponibilità di alloggi temporanei per la manodopera che viene da altre zone.
Prospettive
Queste criticità non stanno togliendo interesse nel Marocco, che continua ad attrarre investimenti e interesse da parte di tutti i soggetti globali della filiera dei piccoli frutti. Tra questi ci sono produttori globali come Costa, Hortifrut, Driscoll’s, North Bay, Agrovision, Agroberries, operatori europei che hanno delocalizzato le loro produzioni in Marocco come le spagnole Royal, Surexport, SanLucar, le britanniche Berry Gardens e Berryworld, la francese Fruits Rouges. Sono presenti anche i breeder come Fall Creek, che ha in programma l’apertura di un vivaio in Marocco per il 2025 e Planasa.
Al momento solo l’Egitto ha il potenziale per costituire una seria minaccia esterna per il Marocco: in particolare per i mirtilli potrebbe essere il player emergente di fine decennio e scalzare il crescente ruolo delle produzioni marocchine. Ma 7000 ettari di mirtilli in produzione non sono così immediati da recuperare per l’Egitto e quindi, ragionevlmente, c’è ancora qualche anno di prospettiva per il Marocco.