Il settore punta a raddoppiare le esportazioni verso UE, Medio Oriente e Asia entro il 2030, afferma il presidente dell'Aneberries, Miguel Ángel Curiel.
L'associazione messicana dell'industria dei piccoli frutti Aneberries sta intensificando gli sforzi per diversificare i mercati di esportazione sotto la guida del suo nuovo presidente, Miguel Ángel Curiel. Illustrando la sua tabella di marcia per il futuro, Curiel afferma che l'obiettivo di ridurre la dipendenza del Messico dal mercato statunitense vedrà anche una rinnovata attenzione allo sviluppo della domanda nazionale.
"I dati commerciali più recenti in nostro possesso mostrano che tra il 97 e il 98% della produzione messicana di fragole, lamponi, more e mirtilli rimane in Nord America. Il 3% al massimo è destinato all'Europa, al Medio Oriente e all'Asia, soprattutto al Giappone, a Hong Kong e al Sud-Est asiatico".
E osserva che "l'Europa viene rifornita sempre più spesso con la produzione africana, che si tratti di mirtilli dal Sudafrica, fragole, lamponi, mirtilli e ora anche more dal Marocco. Anche altri Paesi africani stanno sviluppando la loro produzione di mirtilli. A lungo termine, ci sarà questa complementarità".
Secondo Curiel il Messico potrebbe ritagliarsi una nicchia redditizia nel mercato europeo e che, insieme, le esportazioni verso l'UE, l'Asia e il Medio Oriente potrebbero rappresentare il 5% delle spedizioni complessive del Messico entro il 2030. Curiel osserva anche che i mirtilli messicani si sono già posizionati con successo in Giappone e in Medio Oriente, e questo potrebbe servire da trampolino di lancio per un'ulteriore espansione asiatica.
"Anche in questo caso, ritengo che si tratti di un'opportunità di nicchia, in quanto siamo in concorrenza con grandi fornitori come il Cile e il Perù. Ma la finestra messicana si sta spostando più verso la primavera, il che ci offre una buona opportunità di esportazione", afferma.
Altrove, Curiel vede la rapida espansione della produzione interna di bacche in Cina come un segno che il consumo continuerà a crescere.
"La prossima frontiera è l'India, dove le aziende si stanno già contendendo la posizione", afferma. "Credo che ci sia un'opportunità per il Messico una volta che riusciremo a rimuovere le barriere tariffarie esistenti, che ci mettono in una posizione di svantaggio rispetto ad altri Paesi fornitori. Abbiamo già superato gli ostacoli fitosanitari quando si tratta di rifornire l'India e ora dobbiamo fare lo stesso con gli ostacoli tariffari".
Più vicino a noi, Curiel riconosce che il Messico deve rafforzare la sua posizione nel mercato nordamericano fornendo un prodotto di alta qualità e un servizio eccellente a un costo competitivo. Ciò include lo sviluppo del mercato interno, rendendo i frutti di bosco più accessibili ai consumatori messicani.
Fonte: Eurofruit
Immagine: 5Wredactor