Anticipare il primo stacco, allungare la stagione con la ricerca di nuove varietà diminuendo contemporaneamente la dipendenza da Duke: Lagnasco Group, e in particolare la cooperativa Blu di Valle, che fa capo al gruppo e che produce 100 per 100 mirtillo, guardando al futuro vede il bicchiere mezzo pieno.
E’ un dato di fatto che i consumi di mirtillo continuano a crescere, in Italia e nel mondo. A raccontarci le prospettive e a fare il punto sugli ultimi anni sono stati Massimo Perotto, responsabile commerciale di Lagnasco Group e il collega Fabrizio Eandi. Sono infatti passati 5 anni esatti dal Mirtillo Business Day, incontro di Bologna che riunì i principali operatori del settore.
Il meteo intacca la capacità produttiva
Dalla costituzione di Blu di Valle, nel 2007, il comparto piccoli frutti e in particolare proprio i mirtilli hanno guadagnato attenzione e anche gli ettari dedicati in Italia sono aumentati. Lagnasco Group ha investito nei magazzini per preservare la qualità dal campo e ha riorganizzato il bouquet dei suoi clienti, un tempo concentrato quasi esclusivamente sulla Gran Bretagna.
Con base fra Lagnasco e Saluzzo, in Piemonte, la Blu di Valle conta oggi 80 produttori di mirtillo associati e 70 ettari in coltivazione, in gran parte in Valle Po, zona particolarmente vocata.
Secondo gli ultimi dati di Agrion Ricerca infatti, a oggi in Piemonte si contano 690 ettari di cui 552 ha in provincia di Cuneo, con il 60% proprio nella Valle Po. Lagnasco Group non importa prodotto, quindi la sua stagione del mirtillo coincide con la produzione italiana.
“La stagione 2024 in Piemonte è finita a metà agosto. Nel 2023, fra la cooperativa Blu di Valle e la cooperativa Fruit4 che fa sempre capo al gruppo, abbiamo prodotto e commercializzato oltre 5.000 quintali di mirtillo. I nostri soci hanno prodotto 3.500 quintali (50% in produzione biologica), mentre il restante è stato consegnato da produttori conferitori”, ci ha raccontato Massimo Perotto.
Guardando al 2024, il primo bilancio segnala una battuta d’arresto: “Abbiamo avuto un calo del 30%, soprattutto a causa di problematiche meteo. Il meteo condiziona le campagne. Quest’anno è stato particolarmente piovoso e ci ha impedito di effettuare il terzo stacco – ci ha detto Fabrizio Eandi (foto) – stiamo infatti cercando di spostarci sempre di più sul primo stacco, aumentando il prodotto disponibile a inizio giugno, un periodo in cui è tutto più gestibile, anche per quanto riguarda il lato magazzino. Abbiamo implementato la potatura verde e invernale, con una potatura mirata infatti è possibile avere un’esposizione alla luce migliore della pianta. Abbiamo inoltre aumentato le concimazioni di calcio”.
Una stagione, quella 2024, giudicata anomala dal punto di vista commerciale: “Il differenziale di maturazione rispetto a tutti i Paesi europei concorrenti, a inizio giugno, si è praticamente annullato e ci siamo ritrovati tutti a vendere nella prima settimana di giugno. La concorrenza negli ultimi anni si è fatta comunque molto più agguerrita, soprattutto da Portogallo, Serbia e Croazia.
La buona notizia è che quest’anno i consumi hanno retto, le vendite sono state comunque fluide, nonostante l’accavallamento di maturazione. I prezzi hanno tenuto inizialmente per poi scendere, ai primi di luglio”, ha detto ancora Perotto.
Un campo sperimentale da 400 piante per la Blu di Valle
Tornando al campo, la Blu di Valle sta puntando a un rinnovo varietale, anche per ridurre la dipendenza dalla varietà Duke: “Stiamo cercando di allungare la nostra finestra – ha detto ancora Eandi. Duke è una pianta facile ma abbiamo visto che poi i kg da gestire, in una finestra limitata di tempo, sono molti. Il problema della manodopera alla raccolta è sempre più pressante."
"L’idea è spalmare in più settimane la raccolta. C’è una riscoperta di una varietà già conosciuta come Draper. Draper arriva una settimana dopo Duke, ha una pezzatura medio grande, è buona e quindi può dare risposte nell’immediato. Poi stiamo facendo sperimentazione”.
Sono in prova infatti 4 varietà, posizionate in due aree differenti, per un totale di 400 piante. La sperimentazione è seguita direttamente dai tecnici del gruppo e la prossima stagione si avrà il primo raccolto. Prima però di proporre le nuove varietà ai soci, Blu di Valle vuole essere certa del comportamento in campo e quindi passeranno almeno altri 3 o 4 anni.
Da un lato c’è l’esigenza di allungare la stagione, dall’altro quella di poter contare su piante più resistenti a condizioni climatiche sfidanti: “Duke patisce molto il caldo e l’eccesso di pioggia. E’ un frutto che assorbe tantissimo. Resterà sempre una varietà trainante nel nostro areale ma è fondamentale cercare alternative”, ha puntualizzato Perotto.
“La ricerca varietale nel mondo si concentra – ci ha spiegato ancora Fabrizio Eandi – sul mirtillo adatto per zone come il Sud America o il Nord Africa, con un minor fabbisogno di freddo. D’altra parte, soprattutto in Sud America i nuovi impianti hanno un’estensione molto ampia rispetto alla nostra”.
Asia e Medioriente non sono poi così lontani
E guardando ai Paesi produttori fuori dall’Italia e alle destinazioni del prodotto per la Blu di Valle, sono molti i cambiamenti da segnalare negli ultimi anni:
“A livello mondiale c’è stata una crescita veramente incredibile del Perù e del Cile, come Paesi produttori. Per fortuna non producono nella nostra finestra, non potremmo mai competere – ci ha confessato Perotto - hanno estensioni enormi e una grande organizzazione per quanto riguarda le esportazioni. In Europa ce la dobbiamo vedere principalmente con la Spagna, e i Paesi dell’Est, Polonia in testa”.
Se fino a qualche anno fa le vendite della Blu di Valle si concentravano sulla GDO britannica, ora il panorama si è fatto più ampio: “Quest’anno abbiamo venduto per il 50% alla Gran Bretagna, il 35% circa a Paesi Ue, in particolare la Germania e il restante 15% alla GDO italiana”, ci ha detto Massimo Perotto.
Quando arriveranno le produzioni delle nuove varietà che sono allo studio però, perché non guardare oltre i confini europei?: “L’Asia è interessata a noi. Il consumatore asiatico predilige pezzature grandi, oltre i 18 mm e mirtillo molto dolce. Abbiamo già spedito pedane aeree verso il Medioriente e l’Asia quest’anno ma, con frutti più resistenti, si potrebbe pensare di lavorare con i container”.
“Lavorare in programmazione con la GDO ci aiuterebbe”
E a proposito di consumatore, sui gusti di chi ama il mirtillo Massimo Perotto ha le idee molto chiare: “Negli ultimi anni gli indicatori di preferenza sono: dimensioni, croccantezza e dolcezza. Il consumatore cerca questo e la GDO è diventata sempre più esigente in fatto di qualità e chiede continuità di fornitura. Naturalmente la qualità si fa in campo, ma per preservare quello che arriva dal campo – ha continuato - negli ultimi anni abbiamo investito molto nei magazzini."
"Abbattiamo con un apposito macchinario la temperatura non appena il mirtillo arriva ai magazzini e poi evitiamo sbalzi termici. Bisogna poter preservare, fino al consumatore, la catena del freddo”.
La cooperativa Blu di Valle è nata per vendere all’estero, in particolare in Gran Bretagna. Dal momento che la Gran Bretagna è stata fra le prime Nazioni a puntare sul consumo di mirtillo fresco, il rapporto con la GDO britannica è diverso rispetto al rapporto con i supermercati italiani: “Noi qui in Italia siamo ancora marginali – ha concluso Massimo Perotto – però posso dire che tre o quattro mesi prima dell’inizio della raccolta cominciamo già a parlare con la GDO britannica."
"Parliamo di quantità, epoche di maturazione, formati. Si smaltiscono molti kg in poco tempo. In Italia questa programmazione non c’è”. Fra gli aiuti che, secondo Lagnasco Group, potrebbero poi arrivare dalla GDO, per incrementare i consumi c’è il metodo di esposizione: “Bisognerebbe mettere in evidenza, nei banchi frigo, il mirtillo e i piccoli frutti. Il consumo sta andando bene, sarebbe un peccato perdere la scia”.
Barbara Righini