L'Osservatorio di Italian Berry sui consumi delle famiglie italiane restituisce per il 2022 un quadro preoccupante per l'intero comparto dei piccoli frutti, con consumatori e prezzi in diminuzione e un fatturato in lieve aumento solo grazie al comportamento virtuoso dei consumatori italiani che continuano ad acquistare i berries.
Piccoli frutti ancora meglio del totale ortofrutta
Complessivamente la categoria dei piccoli frutti continua comunque a performare meglio dell'ortofrutta, che nel corso del 2022 ha visto calare la spesa dei consumatori del 2,3%: invece nello stesso periodo mirtilli, lamponi, more e ribes hanno registrato un aumento del 1,6%. Anche per quanto riguarda la quantità, i piccoli frutti hanno visto un aumento del 5,9% a fronte di un calo complessivo del reparto ortofrutta pari al 7,2%.
La categoria dei piccoli frutti genera in Italia quasi 170 milioni di fatturato al dettaglio, con i mirtilli che sfondano per la prima volta la soglia dei 100 milioni e rappresentano il 59% della spesa complessiva della categoria.
I lamponi si assestano, con 27 milioni di euro, al secondo posto con una quota del 16%; seguono a distanza le more con 7,3 milioni di euro (4%) e il ribes rosso (3%).
Altri indicatori positivi per la categoria sono il +12,0% nell'acquisto medio, e la spesa per nucleo familiare che passa da poco più di 21€ annui a 23€. In generale la crescita dei piccoli frutti è da attribuire al trend positivo dei mirtilli, che registrano un incremento di acquisto medio, sia frequenza che volumi per scontrino, e la crescita di % repeaters.
Ma i problemi ci sono, basta guardare i dati
Ma queste cifre in aumento nascondono in realtà altri indicatori dell'andamento non altrettanto positivo.
La perdita di famiglie acquirenti è generalizzabile a tutti frutti rossi, che unitamente al calo di acquisto medio, fa registrare una flessione a volume per lamponi, ribes e more.
Ma l'indicatore più preoccupante e che sottolinea tutte le opportunità mancate dal settore è la penetrazione, cioè la percentuale di famiglie che acquistano almeno una volta l'anno. In Italia la penetrazione dei piccoli frutti mostra un forte calo: mentre nel 2021 erano 29,8% le famiglie acquirenti, nel 2022 questo dato è calato al 28,8%. In termini assoluti mancano all'appello 414 mila famiglie.
Sono impressionanti le cifre per i lamponi, che hanno perso 733 mila nuclei famigliari acquirenti, ma anche more e ribes hanno perso circa 300 mila compratori, con cali percentuali a due cifre per i tre prodotti.
Per quanto riguarda le quantità, solo i mirtilli vedono un aumento delle tonnellate vendute, passate da 8485 t (2021) a 8815 t (2022). In drammatico calo le quantità acquistate di lamponi (che perdono il 24% passando da 2371 a 1788 tonnellate in un anno), more (-21,8%, da 692 a 541 tonnellate). Non vengono risparmiati neppure i ribes, che vedono un tracollo da 692 a 541 tonnellate, con un calo del 31,2% nei consumi.
Chi sono i consumatori
Analizzando il profilo del totale di categoria si evidenzia una forte concentrazione nel Nord (sia Nord Ovest che Nord Est), con indici sopra media nelle famiglie numerose (2+ componenti), con RA (responsabile acquisti) di età compresa tra i 35 e i 64 anni, di classe socio-economica alta e medio-alta e che risiedono in grandi centri abitati. Il profilo risulta molto simile a quello dello scorso anno, ad eccezione dei più giovani (fino a 35 anni) che quest'anno risultano sotto media e aumentano gli indici delle famiglie 4/5 componenti.
Lamponi e more risultano concentrati in famiglie con responsabile di acquisto giovane (fino a 54 anni); i ribes mostrano indici elevati in famiglie più mature (sia 45-54 che 65+).
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