Agrovision ha cambiato nome in Fruitist, allineando l’identità aziendale al marchio consumer lanciato nel 2020. L’azienda ha dichiarato che questo cambiamento segna un nuovo capitolo mentre si concentra su espansione globale, crescita del marchio, nuove linee di superfrutti e formati snack.
“Quella che è iniziata oltre dieci anni fa come un’idea audace per offrire un’esperienza migliore con le bacche è diventata un’attività globale da oltre 1 miliardo di dollari (circa 925 milioni di euro), e il nome Fruitist rappresenta l’evoluzione dell’azienda come marchio consumer e la sua missione di guidare il movimento globale degli snack salutari,” ha dichiarato in un comunicato.
Con vendite pari a 400 milioni di dollari (circa 370 milioni di euro) negli ultimi 12 mesi, Fruitist è diventato uno dei nomi in più rapida crescita nel mercato globale della frutta fresca. Le vendite dei suoi mirtilli Jumbo di alta qualità sono triplicate solo nell’ultimo anno, diventando un fattore chiave della crescita di Fruitist.
Snacking e crescita
Gran parte di questa espansione è avvenuta grazie alla forte crescita del mercato degli snack. “Quasi il 60% dei consumatori afferma di spendere di più per cibi che supportano la salute. Gli snack freschi e funzionali stanno superando le categorie tradizionali, e le bacche, ricche di fibre e antiossidanti, soddisfano tutti i criteri,” ha dichiarato l’azienda.
Il CEO Steve Magami ha commentato: “Tutti abbiamo vissuto la ‘roulette delle bacche’ – aprire una confezione e sperare per il meglio. Alcune possono andare bene; altre sono molli o insipide. In Fruitist, abbiamo eliminato questa incertezza offrendo costantemente una bacca superiore.
La domanda dei consumatori sta alimentando la nostra crescita. Elevare Fruitist da marchio di punta a nome dell’azienda è una mossa strategica per rispondere a questo slancio e alimentare ciò che verrà.”
Strategia operativa integrata
Fruitist ha affermato che parte di ciò che consente di offrire “superfrutti eccezionali” su larga scala è una strategia operativa differenziata che integra ogni parte dell’attività, dalla proprietà e gestione delle aziende agricole all’uso di tecnologia proprietaria.
L’azienda continua ad attirare investitori, con il Dalio Family Office che si è recentemente unito come sostenitore, insieme alla società istituzionale Aliment Capital.
Fruitist si sta ora espandendo verso altri superfrutti premium, tra cui more, lamponi e ciliegie, e sta sviluppando nuovi formati snack pensati per consumatori attenti alla salute e sempre in movimento.
Espansione internazionale
Con prodotti ora venduti in 28 paesi, Fruitist continua a rafforzare la propria presenza nei mercati internazionali ad alta crescita, tra cui l’Asia e il Medio Oriente. I suoi prodotti sono ora presenti in oltre 12.500 punti vendita in Nord America, inclusi Costco, Giant, Publix, Sprouts, Trader Joe’s, Wakefern, Walmart, Whole Foods e altri.
“Con oltre 600 milioni di dollari (circa 555 milioni di euro) di investimenti, Fruitist ha costruito quella che riteniamo essere la prima catena di approvvigionamento globale completamente controllata, progettata per fornire mirtilli freschi e di alta qualità per 52 settimane all’anno,” ha dichiarato l’azienda.
Il commento del direttore di Fruitnet Europe
In un editoriale, il direttore di Fruitnet Europe Mike Knowles ha commentato:
Agrovision ha ufficialmente cambiato nome in Fruitist, un rebranding che molti interpretano come il segnale di una prossima quotazione in borsa, forse già a giugno.
Non è raro che aziende in procinto di entrare nei mercati finanziari rivedano la propria identità: come dimostrano i casi di Snap Inc. o Airbnb, un nome più accattivante può aumentare l’interesse degli investitori.
Fondata nel 2012, Fruitist si è rapidamente affermata nel settore ortofrutticolo grazie ai suoi mirtilli premium, registrando nel 2024 oltre 400 milioni di dollari di ricavi (circa 370 milioni di Euro) e una valutazione superiore al miliardo (oltre 920 milioni di Euro).
A rafforzare la credibilità della società ci sono anche recenti ingressi dirigenziali di alto livello: Jim Trahanas (CTO, ex McKinsey), Fadi Karam (CMO, ex KitKat) e Scott Domann (Chief People Officer con esperienze in Disney, Netflix e Spotify).
Con il supporto di Goldman Sachs, l’azienda sta valutando l’IPO, che potrebbe essere una delle più rapide mai viste nel settore.
Ma proprio questa rapidità solleva qualche dubbio: Fruitist mira a entrare in borsa a soli 13 anni dalla fondazione, a differenza di altri giganti come Dole o Chiquita che ci hanno impiegato decenni.
A rendere possibile questa accelerazione sono stati vari fattori: l'integrazione verticale della filiera, la qualità del prodotto, l’espansione globale (dal Perù a India e Cina), e l’adozione di un modello simile a Zespri e Pink Lady, basato su varietà premium protette.
Tuttavia, quotarsi significa anche esporsi a volatilità di mercato, pressioni sugli utili, e cicli economici spesso incompatibili con i ritmi dell’agricoltura.
L’azienda dovrà affrontare sfide complesse: inflazione, crisi geopolitiche, cambiamenti climatici e possibili dazi potrebbero mettere a dura prova i margini operativi. Nonostante i rischi, il contesto attuale potrebbe giocare a favore di Fruitist. In un mercato incerto, gli investitori sono alla ricerca di realtà solide e sostenibili.
E un’azienda che offre frutta premium, salutare e su scala globale potrebbe risultare particolarmente interessante. Un’eventuale IPO a valutazione prudente potrebbe attirare investitori orientati al lungo termine, pronti ad attendere una crescita solida e costante.
Fonte: fruitnet.com