Il settore dei piccoli frutti, in forte espansione e dotato di un notevole potenziale economico, si trova ad affrontare una serie di sfide complesse che coinvolgono la produzione, l’ambiente e la gestione delle risorse.
Forte dei suoi punti di forza – qualità, sostenibilità e una strategia win-win tra Unione Europea e Marocco – il comparto deve adattarsi ai rapidi cambiamenti di un mercato globale in continua evoluzione.
Clima e ambiente
Il settore è sottoposto a condizioni climatiche estreme: venti che possono superare i 100 km/h, forti precipitazioni (fino a 170 mm) nel nord del Paese e temperature elevate che oltrepassano i 51°C (circa 124°F) nella regione di Agadir.
Queste condizioni intense provocano non solo uno slittamento delle stagioni e quindi delle finestre produttive, ma anche perdite di resa comprese tra il 5 e il 20%.
Inoltre, la scarsità d’acqua, soprattutto nella zona di Agadir, rende cruciale la gestione dell’irrigazione.
Per limitarne l’uso, i produttori ricorrono a tecnologie come sensori e sonde, ma l’aumento del costo per metro cubo continua a gravare sulla redditività della produzione.
Costi e approvvigionamenti
L’inflazione dei costi incide pesantemente su tutta la filiera.
L’aumento dei salari, del prezzo del gasolio, dei fertilizzanti, dei prodotti fitosanitari, dei materiali plastici e dei canoni di affitto dei terreni minaccia la competitività delle aziende agricole.
Questi costi aggiuntivi costringono gli operatori del settore a rivedere le proprie strategie gestionali e a investire in soluzioni più economiche e sostenibili.
Piantine e fitopatie
Il settore dipende in larga parte dalle importazioni di piantine – circa il 93% proviene dalla Spagna – mentre appare sempre più urgente lo sviluppo di una filiera locale.
L’emergere di minacce come la Xylella in Spagna rafforza la necessità di incrementare la produzione interna, così da garantire l’approvvigionamento e avere un maggiore controllo sulla qualità delle piantine.
La sfida è quindi ambiziosa: creare una filiera locale di produzione e moltiplicazione che sia al contempo efficiente e sostenibile.
Parassiti e manodopera
Con l’intensificarsi della produzione, la lotta ai parassiti è diventata una questione quotidiana.
La gestione di insetti dannosi come tripidi, acari, afidi e drosophile richiede un’attenzione costante, soprattutto in un contesto in cui le sostanze attive autorizzate sono sempre più limitate.
L’aspetto umano resta una delle criticità principali.
Durante i periodi di raccolta si registra una disponibilità altalenante di manodopera, con perdite superiori al 15% su alcune esportazioni (mirtilli e lamponi).
Alla mancanza di motivazione e alla necessità di incentivare i giovani al lavoro stagionale part-time si aggiunge il bisogno di sviluppare infrastrutture di accoglienza per i lavoratori provenienti da altre zone.
Queste difficoltà evidenziano l’urgenza di una gestione più innovativa e sociale del lavoro nel comparto.
Prospettive future
Il settore dei piccoli frutti, pur offrendo prospettive promettenti grazie alla qualità e al dinamismo che lo contraddistinguono, deve affrontare una molteplicità di sfide: condizioni climatiche estreme, aumento dei costi di produzione, dipendenza da input esteri, problemi fitosanitari e carenza di manodopera.
Per garantire una crescita sostenibile e competitiva, è fondamentale che gli operatori investano in tecnologie innovative, rafforzino la produzione locale di piantine e adottino pratiche agricole più resilienti agli imprevisti climatici.
Questa trasformazione, seppur complessa, rappresenta un’opportunità per consolidare e valorizzare un settore chiave per l’economia del Marocco e dell’Europa.
Fonte testo e immagine: Greensmile