Era il 2007 e nel cuneese i mirtilli iniziavano ad affermarsi come un coltura dalle grandi potenzialità. Fu allora che Lagnasco Group fondò a Saluzzo la Cooperativa Blu di Valle, alla quale affidò la commercializzazione e confezionamento dei piccoli frutti.
Italian Berry ha intervistato Massimo Perotto (foto di copertina), referente commerciale vendite di Lagnasco Group, che quegli anni pioneristici li ha vissuti in prima persona. La sua esperienza sarà parte della tavola rotonda del convegno coordinato da Italian Berry “Piccoli Frutti: Orientamento varietale e andamento consumi” che si terrà in occasione di Fruttinfiore 2022 sabato 26 marzo 2022 dalle ore 10 al castello di Lagnasco.
Blu di Valle, la cooperativa dei piccoli frutti
Blu di Valle è stata quindi una scommessa vincente per Lagnasco Group?
Certo, dopo 15 anni la cooperativa conta un fatturato complessivo di 3 milioni di euro, con 80 soci per una superficie di 70 ettari ed un quantitativo totale di oltre 5.500 quintali, realizzati anche con la collaborazione di alcuni conferenti esterni.
Come si compone l'offerta di Blu di Valle?
La produzione è suddivisa in: 15% Demeter (biodinamico), 40% biologico e 45% convenzionale. Il mirtillo gioca un ruolo preponderante, con Duke come varietà predominante a cui si aggiungono percentuali minori di Draper, Titanium e Megas Blue.
Come è organizzato il processo di produzione?
La maggior parte del prodotto viene raccolto a mano e confezionato direttamente in campagna; la restante parte viene gestita presso il nostro magazzino di Saluzzo, dotato di macchine per il confezionamento e di tunnel con abbattimento rapido della temperatura. Con questo procedimento, il prodotto subisce poca manipolazione e preserva tutte le caratteristiche organolettiche.
Qual è la visione di mercato che sta guidando la vostra attività?
Per i piccoli frutti aumentano gli ettari coltivati ma aumentano anche i consumi. Con questo scenario cambiano le esigenze del consumatore finale il quale ha bisogno di qualità costante in modo continuativo per tutto l’anno. Secondo i sondaggi, i tre fattori principali che richiede il consumatore sono gusto, conservabilità e freschezza. Queste esigenze, a nostro avviso, si possono raggiungere investendo in nuove varietà le quali, scalarmente, posso arrivare sempre fresche ed appena raccolte sul mercato.
Quali strategie commerciali state mettendo in atto?
Il consumo di mirtilli è in aumento in tutto il mondo. Per il nostro gruppo il mercato di riferimento è l’Europa , ma ci stiamo organizzando per poter arrivare anche in quei paesi più lontani. Abbiamo già iniziato a servire clienti in Medio Oriente con trasporti via aerea, mentre nuove richieste stanno arrivando dal mercato indiano e quelli di Thailandia e Taiwan. Per questi paesi sono particolarmente richieste varietà con pezzature elevate (18mm+), particolarmente dolci e a bassa acidità. Stiamo valutando anche, con test fatti in magazzino, la possibilità di spedire quantità più elevate utilizzando i container.
E il mercato italiano?
Il mercato nazionale può offrire dei margini di crescita interessanti. Siamo convinti che serva un’adeguata e coordinata comunicazione di tutta la filiera per potere sfruttarne a pieno le grandi potenzialità.
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