Il Perù non è solo il maggior esportatore di mirtilli a livello mondiale. Dal 1960 in poi, il peso cumulativo delle acciughe peruviane catturate ha costantemente superato quello di qualsiasi altra specie ittica a livello globale. Tuttavia, le catture annuali hanno subito notevoli fluttuazioni (Laws).
El Niño ha un impatto devastante
Nel periodo dal 1962 al 1971, le catture annuali sono state in media di 9,7 milioni di tonnellate metriche (Mt), ma nel 1972 si è registrato un drastico calo e la media è scesa a soli 1,3 Mt nel decennio che va dal 1976 al 1985. Questa sostanziale variabilità dei rendimenti ittici rappresenta una sfida considerevole per la pianificazione economica di un Paese fortemente dipendente dagli scambi con l'estero generati da questa singolare fonte.
Una delle cause delle grandi fluttuazioni delle catture di acciughe è un fenomeno chiamato El Niño, un'intrusione di acqua calda e povera di nutrienti dalle vicinanze dell'equatore verso sud, lungo la costa del Perù.
Sta accadendo lo stesso anche ai mirtilli peruviani?
Di fatto il fenomeno di maggior impatto sulla filiera globale dei mirtilli negli ultimi 6 mesi è stato El Niño, che ha avuto un effetto devastante sulle produzioni peruviane. Invece dell'aumento previsto, la produzione del maggior paese produttore mondiale ha subito un calo del 29%, con una perdita stimata in diverse centinaia di milioni di dollari. La filiera peruviana del mirtillo vale infatti quasi 900 milioni di dollari in esportazioni e, nonostante i prezzi superiori alle attese, le perdite sono state molto rilevanti per tanti produttori.
Interventi di lungo termine e di breve termine
Il problema dei rischi connessi agli eventi climatici estremi è complesso e richiede soluzioni ad ampio spettro. Anche in Italia il problema sta diventando importante e si assiste già ad uno spostamento di alcune colture verso zone di produzione con minori rischi climatici.
Si rendono necessari interventi su vari fronti e di diverso orizzonte temporale. Nel lungo termine c'è sicuramente lo sviluppo di varietà più resistenti agli shock climatici, ma ci sono anche interventi che si possono realizzare nel breve termine per proteggere le colture già in produzione.
Una soluzione che può aiutare i produttori è la stipula di assicurazioni, ma l'aumento dei sinistri in agricoltura negli ultimi sta rendendo la stipula di contratti di assicurazione contro le avversità meteorologiche sempre più onerosa e quindi meno praticabile.
Proteggere attivamente le colture
D'altro canto, anche le assicurazioni stanno favorendo in misura crescente gli investimenti in sistemi di protezione attiva, che hanno il vantaggio di proteggere le colture ed evitare sia i danni stagionali sulla produzione che quelli di lungo termine sugli impianti.
Tra le soluzioni che il produttore può mettere in campo nel breve termine c'è l'utilizzo di impianti di protezione multifunzione, in grado di coprire diversi tipi di rischi atmosferici, legati principalmente alle precipitazioni (pioggie, temporali, grandinate) e alle temperature estreme (temperature eccessive e gelate primaverili).
La video intervista con Giuseppe Netti
La protezione del rischio tramite l'uso di sistemi di protezione attiva sarà l'argomento di una conversazione con Giuseppe Netti, agronomo e responsabile Italia di Arrigoni Spa, una società che dal 1936 offre soluzioni e sistemi di protezione attiva per l'agricoltura, con esperienza nei piccoli frutti e in oltre 50 paesi nel mondo.
La video-intervista con Giuseppe Netti sarà trasmessa il 5 febbraio 2024 da Italian Berry.