Paul Gill è uno dei principali produttori di mirtilli in California e il più grande coltivatore che opera esclusivamente in regime biologico. Il suo impegno per un'agricoltura priva di chimica è radicale: quando nel 2019 ha avviato la sua nuova impresa agricola nella San Joaquin Valley, ha importato 40 camion di terra biologica dalla Danimarca per evitare il lungo processo di conversione da coltivazione convenzionale.
La decisione ha comportato costi iniziali elevati, ma ha permesso a Gill di iniziare subito secondo i criteri dell’agricoltura biologica. Dopo anni di esperienza nella coltivazione dei mirtilli in Canada, ha scelto la California per il suo clima più favorevole, in particolare grazie a quello che lui definisce “the mighty sun” – un’espressione che sottolinea l’importanza del sole nella prevenzione delle malattie fungine.
Oggi Gill gestisce 350 acri (circa 141,6 ettari) di mirtilli biologici su quattro tenute e ha raggiunto l’obiettivo di eliminare completamente l’uso di fungicidi. Tuttavia, le erbe infestanti restano una sfida costante, affrontata con teli, decespugliatori, vapore e strumenti manuali.
L'approccio biologico sperimentale
In un'intervista, Gill ha condiviso la sua esperienza nell’utilizzo di prodotti biologici. La scelta di coltivare in modo biologico è stata la migliore della sua carriera, ma non è stata priva di errori: affidarsi ciecamente a qualsiasi prodotto si è spesso rivelato un errore. Secondo Gill, non esistono soluzioni “magiche” e ogni prodotto va testato con attenzione. In particolare, alcuni biofertilizzanti si sono dimostrati più efficaci dei fertilizzanti convenzionali, anche se più costosi. I biofungicidi e i bioinsetticidi, invece, spesso risultano meno potenti e devono essere integrati in strategie IPM (Integrated Pest Management).
Gill consiglia ai nuovi agricoltori biologici di essere pazienti e di non aspettarsi risultati immediati. Le migliori fonti di informazione, secondo lui, sono le riviste specializzate, i contatti con altri produttori, le fiere e le conferenze, dove è possibile scoprire nuove tecnologie e confrontarsi con esperienze internazionali.
Anche i biostimolanti fanno parte della sua strategia. Gill li considera strumenti promettenti, soprattutto quelli che migliorano la resistenza delle piante a stress ambientali o aumentano la disponibilità dei nutrienti. Anche in questo caso, nessun prodotto funziona in modo universale: serve una valutazione costante. Tra i più efficaci, cita quelli a base di alghe, acidi umici e inoculi microbici benefici.
Innovazione continua e sostenibilità
Nel suo lavoro, Gill continua a sperimentare nuove varietà e nuovi input biologici: in qualsiasi momento ha almeno 30 varietà di mirtilli in fase di prova. La sperimentazione continua è un pilastro della sua filosofia, insieme a un uso mirato e ragionato dei biopesticidi, preferibilmente miscelati tra loro e applicati nei momenti giusti della stagione.
Guardando indietro, Gill afferma che se dovesse ricominciare, introdurrebbe i prodotti biologici fin dall’inizio per rafforzare la microfauna del suolo e il sistema immunitario delle piante. I prodotti con il miglior rapporto qualità-prezzo, secondo lui, sono quelli che combinano microrganismi benefici, estratti di alghe e amminoacidi—purché mantengano prezzi accessibili.
La sua esperienza mostra come l’agricoltura biologica, se supportata da competenze, rigore tecnico e un approccio sperimentale, possa essere un modello produttivo sostenibile ed economicamente valido nel settore dei piccoli frutti.
Fonte: growingproduce.com