08 ott 2025

Dal mais ai lamponi: la storia di Yeny e delle varietà “Santa” che stanno rivoluzionando l’Araucanía cilena

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Yeny Marlene Aniñir Campos non aveva mai pianificato di diventare una coltivatrice di lamponi. Ma vivendo nella regione dell’Araucanía, in Cile – considerata la più povera del Paese in termini di PIL pro capite – ha fatto ciò che poteva per sostenere la sua famiglia.

«Dovevo trovare un modo per generare un reddito e prendermi cura della mia famiglia», racconta Yeny. «La terra c’era, e anche la volontà».

Yeny è una fiera donna Mapuche, moglie, madre di tre figli e principale caregiver di un padre e uno zio anziani. Ha trascorso gran parte della sua vita in una comunità indigena del settore Maquehue, nel comune di Padre Las Casas, dove la sua famiglia, come molte altre, coltivava tradizionalmente cereali e allevava bestiame.

Quando ha sentito che alcuni agricoltori delle regioni vicine stavano iniziando a coltivare frutti di bosco ricavando un buon reddito da piccoli appezzamenti, qualcosa è scattato.

Il cambiamento con i lamponi

«Ci ho messo più di un anno a convincere la mia famiglia a cambiare colture», ricorda. «Ma avevo visto cosa fosse possibile: non serviva una grande estensione di terra per guadagnarsi da vivere dignitosamente. Bastava la coltura giusta e il supporto adeguato».

Nel 2016, Yeny ha iniziato a sperimentare la coltivazione di lamponi su un piccolo pezzo di terra messo a disposizione da suo padre. Insieme ai suoi tre figli, ha piantato 1.500 piantine di una nuova varietà nota localmente come ‘Nicked’.

Non c’era alcun impianto di irrigazione, e doveva portare l’acqua a mano con dei secchi. Quel primo raccolto le fruttò 600.000 pesos (circa 620 Euro). Non era molto, ma era più di quanto avesse mai guadagnato coltivando cereali.

Incoraggiata, si è rivolta all’Istituto di Sviluppo Agricolo del Cile (INDAP) per ricevere supporto. Attraverso il Programma di Sviluppo Territoriale Indigeno (PDTI), ha ottenuto piccoli finanziamenti e si è iscritta a un corso di formazione per l’irrigazione.

Dalla formazione all’espansione

Ha persino offerto la sua azienda agricola come sito dimostrativo per altri agricoltori della zona. Alla fine è stato installato un serbatoio: una vasca da 20×20×5 metri che le ha permesso di irrigare in modo efficiente.

Entro il terzo anno, con l’irrigazione attiva, ha guadagnato 7 milioni di pesos (circa 7.200 Euro) – oltre dieci volte quanto guadagnava prima del cambio di coltura.

In quel periodo, il governo ha iniziato a introdurre nuove varietà di lamponi sviluppate dalla professoressa Marina Gambardella della Pontificia Universidad Católica de Chile, figura di riferimento nella ricerca sui berries e direttrice del Programma di Miglioramento Genetico del Lampone del Paese.

Le varietà “Santa” della professoressa Marina – Santa Catalina, Santa Teresa e Santa Clara – sono varietà protette, appositamente selezionate per produrre frutti fino a sei mesi e conservarsi freschi fino a tre giorni, molto più a lungo rispetto alle varietà più vecchie che duravano a malapena un giorno.

L'arrivo delle “Santa”

Nel 2018, Yeny ha acquistato 2.500 piantine della varietà Santa Clara. Ha studiato le esigenze della varietà e ha persino incontrato di persona la professoressa Gambardella.

«La prima volta che ho visto i frutti della varietà Santa Clara, ho capito che le cose sarebbero cambiate», racconta Yeny. «Erano dolci, resistenti e perfetti per le nostre condizioni».

Grazie alle nuove varietà, ha visto un’opportunità concreta, ed è allora che ha fondato la sua azienda: Lidia Berries.

Oggi Yeny coltiva 2,5 ettari di lamponi Santa Clara, un'espansione rispetto al suo iniziale appezzamento da un quarto di ettaro, e gestisce una squadra stagionale composta da fino a 60 donne.

Impatto sociale e sostenibilità

Molte di loro, come Yeny, sono madri e caregiver, e lavorano con orari flessibili per conciliare gli impegni familiari.

Yeny attribuisce il cambiamento della sua vita al lavoro della professoressa Gambardella. «È una dea», dice con emozione. «Le sue varietà hanno salvato il futuro dei miei figli».

Oggi è una convinta sostenitrice dell’acquisto di piantine da vivai certificati e del pagamento delle royalty agli ibridatori.

«Marina ha impiegato dieci anni per sviluppare queste varietà. Quel lavoro merita di essere sostenuto», afferma Yeny. «Grazie a persone come lei, donne come me, che non possono allontanarsi da casa, possono comunque avere un futuro economico dignitoso».

Il contesto nazionale

Il percorso di Yeny riflette un cambiamento più ampio nel settore del lampone in Cile.

Secondo Manuel Toro Ugalde, responsabile del Registro delle Varietà Protette del Ministero dell’Agricoltura cileno, «Attualmente in Cile ci sono oltre 1000 varietà con titolo valido nel Registro delle Varietà Protette, di cui 31 sono varietà di lampone e 7 sono varietà ottenute in Cile, conosciute come ‘Santas’.»

Il Cile è uno dei principali produttori di lamponi al mondo, dopo Serbia e Polonia, e la sua coltivazione è nelle mani di migliaia di piccoli agricoltori. Le nuove varietà cilene sono già state esportate in Spagna, Portogallo, Messico e Australia.

Le dimensioni maggiori, la qualità superiore e la resa delle nuove varietà “Santa” hanno permesso ai coltivatori di ottenere maggiori profitti e migliori condizioni di vita.

Le sfide previste

Tuttavia, le sfide non mancano. Lo stress climatico sull’agricoltura – come piogge fuori stagione e ondate di calore inaspettate – minaccia i raccolti. E molti agricoltori, soprattutto nelle comunità rurali e indigene, non hanno ancora accesso a informazioni sulle nuove varietà, a formazione di qualità e a risorse adeguate.

Ma Yeny rimane fiduciosa. Crede che l’accesso a nuove varietà protette sia fondamentale per aiutare coltivatori come lei a prosperare.

Nel comune di Padre Las Casas, quello che una volta era un terreno per il pascolo del bestiame è oggi un campo di opportunità. Per Yeny e la sua famiglia, i lamponi non hanno solo cambiato l’azienda agricola: hanno cambiato tutto.

Fonte testo e immagini: linkedin.com


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