04 mag 2021

L'impollinazione del mirtillo: il ruolo delle api e di altri insetti pronubi

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Nella fascia montana del Friuli Venezia Giulia la coltivazione delle specie frutticole minori è stata introdotta negli anni ‘80 come attività agricola alternativa per diversificare le produzioni e come possibile integrazione al reddito per le aree marginali.

Tra le diverse specie coltivate si annovera anche il mirtillo gigante (Vaccinium corymbosum L.). I fiori del mirtillo, di forma urceolata, sono ermafroditi autofertili anche se può esserci un diverso grado di autofertilità in funzione della cultivar. La specie, tuttavia, trae beneficio dall’impollinazione incrociata che induce generalmente produzioni quali-quantitative migliori. Il mirtillo viene considerato di interesse apistico occasionale, pur avendo un nettare, con mediamente il 21% di zuccheri, attrattivo per i pronubi.

Per verificare l’incidenza dell’impollinazione entomofila sul mirtillo gigante sono stati condotti in Carnia alcuni studi per rilevare gli effetti dei pronubi sulla produzione dei frutti e quali specie di insetti visitano maggiormente la coltura. La ricerca è stata condotta a Ravascletto (Udine – 1000 m s.l.m.) negli anni 1998-2000. Nello stesso appezzamento erano presenti due cultivar di V. corymbosum (Herbert e Goldtraube), oltre a lampone e ribes rosso.

Su un metro quadrato di filare sono stati rilevati, a diverse ore del giorno e in diverse fasi di fioritura, i principali gruppi di pronubi che visitano i fiori di mirtillo; essi sono stati suddivisi in: Imenotteri apidi (api e bombi), Imenotteri vespidi (“vespe”), altri Imenotteri (Andrena spp. e Halictus spp.), Ditteri sirfidi, altri Ditteri (“mosche”, bombilidi, empididi, ecc.) e Coleotteri.

Per l’intero periodo di fioritura della coltura, inoltre, sono stati raccolti i dati climatici e sono state annotate le principali specie botaniche di interesse apistico presenti nelle vicinanze e all’interno della zona di studio. Successivamente sono stati isolati alcuni rami con una rete plastica a maglie fini per impedire il passaggio degli insetti. Questo ha permesso di determinare la differenza di allegagione, cascola, peso, diametro e numero di semi dei frutti derivanti da rami a libera impollinazione e da rami insacchettati. Infine, sono stati catturati e identificati i principali pronubi che hanno visitato i fiori di V. corymbosum.

CONCLUSIONI

Nella zona montana considerata è presente un’ampia varietà di insetti pronubi selvatici che svolgono un ruolo importante nell’impollinazione delle specie frutticole minori.

Il mirtillo gigante viene visitato assiduamente dai bombi che costituiscono oltre l’80% di tutti gli insetti impollinatori. Le api domestiche sono poco frequenti (meno del 10% del totale degli insetti osservati) così come i Ditteri sirfidi; gli altri Apoidei risultano del tutto assenti. Il ruolo dei bombi nell’impollinazione di tale specie frutticola è pertanto rilevante rispetto a quello dell’ape.

I pronubi sono apparsi fondamentali per ottenere una resa e una qualità del prodotto soddisfacente: infatti, tra rami isolati e liberi, l’allegagione aumenta dal 55-60% a oltre l’80% e la cascola si riduce dal 60% al 20-25%; anche il peso, il diametro e il numero di semi dei frutti evidenziano notevoli differenze.

L’azione svolta dai pronubi ha apportato, quindi, notevoli benefici allo sviluppo dei frutti e alla produzione complessiva; oltre a questi, tuttavia, è necessario che nell’impianto vi siano almeno due varietà compatibili. Qualora il numero di insetti visitatori selvatici fosse molto limitato, si può ottenere un’impollinazione adeguata della coltura introducendo nel mirtilleto almeno tre colonie di api per ettaro.

Leggi la ricerca completa:

  • D. Prodorutti, F. Frilli (Dipartimento di Biologia applicata alla Difesa delle Piante Università di Udine
  • P.A. Belletti (Dipartimento di Biologia ed Economia Agroindustriale – Università di Udine)

Notiziario ERSA 2-3/2003

Foto di copertina: EurekAlert

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