“Il mirtillo senza ombra di dubbio è la referenza che fa da traino al comparto berries. Non è un’utopia per l’Italia puntare a dati di consumo simili a quelli di mercati di riferimento come la Gran Bretagna”. Filippo Laghi, Product Manager de I Frutti di Gil – Gruppo Orsero è convinto che il futuro per il mirtillo sia roseo. Filippo Laghi era presente a Bologna al meeting che raccolse tutti i principali operatori dei berries a Bologna, ‘Mirtillo Business Day’.
A 5 anni di distanza il Gruppo ha visto il mirtillo affermarsi. Di recente ha annunciato la joint venture I Frutti di Gil con Cerchia Holding dei fratelli Molari, mentre si attende l’inaugurazione di un nuovo magazzino a Verona. Il magazzino disporrà di 1200 mq realizzati su misura per la lavorazione dei piccoli frutti e sarà dotato di macchinari all’avanguardia per la calibrazione e la selezione dei mirtilli. “Il nuovo magazzino sarà operativo entro fine 2024”, ci ha confermato Laghi.
Il Gruppo Orsero, nato in Liguria come azienda di famiglia negli anni ‘40 del secolo scorso, oggi è fra i leader nell’Europa mediterranea per l’importazione e la distribuzione di prodotti ortofrutticoli freschi, con oltre 300 referenze. È presente in 8 Paesi al Mondo e commercializza 880.000t di frutta e verdura annue. Nel 2023, il 33% del suo mercato era in Italia, il 34% in Francia, il 28% nella Penisola Iberica, il restante in Grecia e Messico.
Lo stesso anno i ricavi del Gruppo Orsero sono stati 1,5 mld e il Margine Operativo Lordo è stato di 107,1 mln di euro, in crescita sul 2022. Filippo Laghi, Product Manager de I Frutti di Gil – Gruppo Orsero, ha condiviso con Italian Berry la visione futura del comparto piccoli frutti e in particolare del mirtillo.
Cosa chiede il consumatore oggi? Sono cambiate le sue esigenze?
FL: Il consumatore è sempre alla ricerca di soluzioni comode e pratiche per consumare prodotti sani e freschi e i frutti di bosco, facili e veloci da consumare, rispondono a questa necessità. Le prospettive future del comparto, quindi, le immaginiamo in costante crescita, in trend con gli ultimi anni. Crediamo che il mirtillo continuerà ad essere il prodotto con il più alto potenziale di crescita del comparto e avrà la possibilità di guadagnare ulteriore peso all’interno della gamma, crescendo oltre il 50% di oggi.
Cosa si può fare per far crescere i consumi in Italia?
FL: Per far crescere la referenza sarà sempre più importante lavorare su nuovi formati che rispondano a momenti di consumo differenti e su varietà che offrano ulteriori modalità di consumo. Il mirtillo è un frutto moderno, forse il più moderno di tutto il comparto frutta e verdura e lavorando, oltre che sulla qualità e sull’omogeneità di gusto, anche sulla segmentazione, potremo fare un salto in avanti nello sviluppo della referenza. Bisogna poi concentrarsi sull’innovazione al fine di avere sempre macchinari di assoluta avanguardia per il nostro magazzino principale.
Occorre poi fare attenzione allo sviluppo delle diverse origini: per puntare ad avere disponibilità di prodotto di qualità tutto l’anno è necessario non fossilizzarsi su particolari origini, avendo così a disposizione anche soluzioni in grado di far fronte a situazioni di contesto.
Guardando alle importazioni, quali sono i Paesi da cui arriva il mirtillo del Gruppo Orsero?
FL: I principali Paesi da cui arriva il mirtillo sono Spagna, Marocco, Polonia, Perù, Argentina e Cile. Gli aspetti climatici influiscono molto sulla produzione e quest’anno l'inizio della stagione oltremare è stato molto complicato proprio a causa delle avverse condizioni meteorologiche che hanno causato un deficit produttivo, nella prima fase di produzione. Questa tematica sviluppa di conseguenza un ampliamento del ventaglio dei paesi fornitori, e l’affacciarsi di alcune nuove origini nel panorama internazionale dei produttori di mirtillo.
Che annata è stata per il mirtillo?
FL: Il 2024 conferma quanto il clima possa creare difficoltà, non solo locali, ma globali. A livello internazionale si è registrato un deficit produttivo mai visto, soprattutto oltremare, dovuto alle situazioni di criticità meteorologiche nelle zone di produzione. Questo ha provocato, nel mese di settembre, un’oscillazione dei prezzi anomala che ha creato una forte tensione sul mercato.
Parlando invece nello specifico di Italia, nel 2024 la produzione è stata molto difficoltosa, risentendo del clima instabile. Quest'anno più di altri anni, il meteo ha condizionato l'andamento in termini qualitativi e quantitativi della categoria berries.
Di recente è nato I Frutti di Gil, com’è organizzata la filiera?
FL: I Frutti di Gil è il progetto di filiera di Orsero e Molari dedicato ai berries.
La Joint Venture permette di coniugare perfettamente i punti di forza di entrambe le realtà. Da un lato Molari può mettere a servizio del progetto comune la propria ventennale esperienza nel miglioramento varietale e nella propagazione vivaistica. Il Gruppo Orsero invece dispiega la propria forza commerciale e distributiva, unica sul panorama italiano grazie alla rete capillare delle sue strutture.
Al centro del progetto ci sono i produttori partner. I produttori vengono scelti seguendo parametri di audit interno che garantiscono la qualità dei frutti coltivati. Viene effettuato inoltre un attento controllo degli aspetti agronomici, di processo ed etici. Per I Frutti di Gil le certificazioni non si limitano al magazzino e ai luoghi di lavorazione, ma integrano a quelle obbligatorie una serie di certificazioni facoltative.
Cosa possiamo dire di più rispetto alla rete di produttori?
FL: Costruiamo progetti in produzione guidati da una linea molto precisa: qualità del prodotto, scalabilità del progetto, prossimità della coltivazione agli stabilimenti e complementarità delle finestre di produzione. Questo significa scegliere accuratamente le varietà da coltivare, in aree geografiche utili a estendere quanto più possibile la finestra di produzione nazionale e a limitare la logistica, facendo leva sulla rete capillare di magazzini del Gruppo.
I progetti avviati ad oggi sono dislocati in 8 Regioni italiane, con un focus importante su Sicilia, Puglia, Emilia-Romagna e Veneto. In Sicilia, nello specifico, abbiamo da poco attivato 2 nuovi impianti che si aggiungono ai produttori attuali, dove verrà sviluppata la coltivazione di tutte e 3 le referenze principali: more, mirtilli e lamponi.
A questa novità si affiancheranno, per la prossima stagione, nuovi progetti a cui stiamo lavorando localizzati tra gli altri in Calabria e in Liguria, areale emergente. Il prodotto al momento è distribuito in Italia ma c’è i progetto di allargarsi all’estero, iniziando con un focus sui principali paesi dell’Europa Mediterranea, in sinergia con le strutture e le altre aziende del Gruppo.
Rispetto a 5 anni fa e guardando alla produzione di mirtillo, quali sono i cambiamenti che avete visto in campo?
FL: La produzione attuale in Italia registra tra i principali cambiamenti, l’aumento dell’ampiezza delle superfici coltivate. Nel nostro Paese le aree sono sempre state ridotte rispetto al panorama internazionale ma grazie alla meccanizzazione sono comparse aziende produttrici con estensioni più importanti.
L’altro cambiamento che notiamo è legato allo spostamento geografico dei campi: prima gli areali produttivi erano tutti a Nord e tutti pensati per una produzione estiva, mentre in questi ultimi 5 anni il sud ha verosimilmente superato il nord in termini di ettari coltivati, allargando così anche la finestra della stagionalità dei berries italiani.
Per quanto riguarda le tecniche di coltivazione, infine, la direzione attuale è quella di andare a focalizzarsi sull’utilizzo di macchinari innovativi che permettono una raccolta di prodotto alla rinfusa, in modo da ridurre il costo della raccolta.
Come state lavorando con la GDO e potrebbe fare qualcosa per aumentare i consumi dei piccoli frutti, in particolare del mirtillo?
FL: Lo sviluppo del comparto berries ha portato la GDO alla ricerca di nuove collaborazioni per far fronte a una domanda sempre crescente. Stiamo per questo organizzando alcuni eventi insieme in cui si effettuano panel di degustazione di nuovi materiali. È necessario per noi fornitori della GDO avere costanza di disponibilità e di qualità del prodotto per il maggior tempo possibile, durante tutto l'anno.
C’è da sottolineare poi l’importanza della segmentazione, soprattutto per il mirtillo, sia in termini di grammatura che di tipologia di packaging, con soluzioni idonee al consumo fuori casa e formati adatti alle famiglie. Il progetto di filiera dedicato ai berries prevede la distribuzione del prodotto con due marchi: I Frutti di Gil e F.lli Orsero e la segmentazione per canale.
Anche per il marketing abbiamo previsto attività studiate per la GDO, come la limited edition ‘Dillo con i frutti di bosco’, e altre ad hoc per il normal trade, come le azioni di promozione per i fruttivendoli. Il nostro Gruppo investe in marketing e comunicazione perché crediamo nel valore della marca e nell’importanza di instaurare un dialogo con il consumatore.