06 lug 2023

Az. Agricola La Contenta: Residuo zero? Risultati più che soddisfacenti

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Lorenzo Costanzi e Laura Ricci, proprietari dell’Az. Agr. La Contenta coltivano piccoli frutti alle pendici delle Dolomiti a ritmo di musica.

Come nasce l’azienda agricola?

“Io e mia moglie abbiamo già dei lavori a tempo pieno. Nel corso degli anni, però, come investimento a lungo termine si era deciso di comprare alcuni terreni della zona perchè pianeggianti, e quindi appetibili per ulteriori attività in futuro. La decisione fu quella di acquistarli un po’ alla volta e una volta raggiunta una superficie interessante abbiamo iniziato a pensare che potesse essere interessante iniziare a coltivarla”.

“Ovviamente la scelta è ricaduta sui piccoli frutti per via di diverse considerazioni. Le prime sono state rispetto al clima locale, che qui è abbastanza adatto, e alle modalità di coltivazione, che ci sembravano meno complesse di altri tipi di coltivazione. Anche la realizzazione dell’impianto è stata valutata per poter ampliare in futuro le coltivazioni in base alle nostre esigenze”.

“Il passaggio successivo è stato quello di avvicinarsi alla cooperativa di Sant’Orsola. Entrare a farne parte dava una buona garanzia anche per quanto riguarda il supporto, a prescindere che si trattasse di agronomico, a livello di prodotti o tecnico”.

Diciamo che in principio I’idea era quella di avere un’attività circoscritta in alcuni mesi dell’anno. Poi con il passare del tempo e l’ingrandimento delle superfici oltre alla mole del prodotto è aumentata anche la tempistica di produzione”.

Lorenzo Costanzi, titolare de La Contenta.

Nello specifico che piccoli frutti coltivate e su quale estensione e quantità?

“Coltiviamo mirtilli, more e, principalmente, lamponi. Nel 2017 abbiamo iniziato a piantere le prime piante e ora parliamo di un totale di 6000 metri di coperture”.

“In realtà il lampone è stato il frutto da cui è partito tutto il lavoro. Li coltiviamo in vaso fuori suolo. Questa decisione è stata presa assieme ai tecnici non solo dal punto di vista tecnico ma anche economico dato che con una produzione del genere il lampone non ha bisogno di molto tempo per arrivare al picco della produzione. Il primo innesto comprendeva 2000 piante. A seguire, nel 2018, altre 2000 piante”.

“Per quanto riguarda i mirtilli, nel 2019 abbiamo fatto una prova allestendo un campo da 400m² di mirtillo. Anche questi vengono coltivati fuori suolo. Qui però la scelta è stata fatta interamente in base al tipo di terreno che troviamo nella nostra zona. Qui ai piedi delle Dolomiti del Brenta il terreno possiede molto calcare, non sarebbe possibile coltivarlo senza agire direttamente sul terreno”.

“Parliamo comunque di 600 piante in tutto. Le varietà principali sono Cargo come media e Last call come tardiva, alle quali aggiungiamo anche un centinaio di piante di Duke”.

“Parlando delle more, invece, all’attivo siamo sopra le 200 piante, ma la piena produzioni si avrà quest’anno”.

“Se parliamo di quantità possiamo dire con certezza che con i lamponi oltrepassiamo le 5,5 tonnellate di media. Con il mirtillo inizieremo quest’anno ad avere un raccolto abbondante e ci aspettiamo comunque di raggiungere intorno la tonnellata di produzione di mirtilli una volta raggiunto il pieno regime. Per le more, invece, con 210 piante ci aspettiamo quest’anno una tonnellata di prodotto, se non oltre”.

Quali sono le maggiori criticità che avete incontrato? Come vi state adoperando per risolverle?

“Parlando proprio della nostra situazione personale l’unico grosso problema è stato relativo alle condizioni climatiche. La nostra zona è molto ventosa e d’inverno sul mirtillo abbiamo problemi di disidratazione delle piante. Per quello abbiamo applicato delle reti antivento e non abbiamo avuto ulteriori problemi.

“Per il resto, non utiliziamo prodotti di sintesi, ma devo dire che i risultati sono stati davvero soddisfacenti. Le nostre coltivazioni di mirtilli e lamponi sono a residuo zero. Le uniche eccezioni sono l’uso del rame sulla mora e il trattamento contro la butrite. Per il resto, utilizziamo solo insetti utili”.

“Ci siamo battuti sin dall’inizio contro l’utilizzo dei prodotti, soprattutto se non necessari, tant’è che siamo stati i primi della cooperativa ad avere questo tipo di approccio”.

La Contenta ha un approccio particolare con la musica, di che si tratta?

“Diciamo che la cosa è nata un po’ per caso: sostanzialmente sin da quando sono iniziati i lavori per la costruzione degli impianti mi sono sempre occupato in prima persona di tutto. E quindi, durante le ore di lavoro, ho sempre apprezzato la compagnia della radio. Con l’accrescimento delle superfici, però, ho dovuto inventarmi qualcosa di diverso: è così che è nato l’impianto audio all’interno degli impianti di coltivazione”.

“Inoltre, avevo anche sentito parlare di esperimenti condotti sui benefici della musica sulle piante, e infine abbiamo deciso di unire l’utile al dilettevole”. 

“La musica poi tiene compagnia a noi, a tutti i lavoratori e soprattutto ai visitatori dell’azienda. Siamo associati all’azienda turistica della Val di Sole e organizziamo spesso visite e laboratori per chi si incuriosisce e viene a trovarci. Portiamo la gente nei campi, facciamo attività fisiche come prove di raccolta, e anche degustazioni, che non possono mai mancare”.

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