18 feb 2025

ILIP e i berries: un packaging ben studiato allunga la vita sullo scaffale

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Deliziosi ma delicati, sono forse queste le prime parole che vengono in mente a un consumatore quando pensa ai piccoli frutti. I berries hanno necessità specifiche, non solo in campo ma soprattutto nella fase di post-raccolta. Proprio per la loro delicatezza, un packaging studiato su misura rispetto alle loro esigenze può fare la differenza, può proteggerli e prolungare loro la vita sullo scaffale. Può poi aiutare a mantenere anche le caratteristiche organolettiche.

ILIP, azienda emiliana specialista nelle soluzioni per l’imballaggio nel settore ortofrutticolo e dell’industria agroalimentare, fra le tante e diverse soluzioni di packaging per il settore ortofrutticolo dedica un’attenzione particolare al comparto berries. È stato quindi quasi naturale per ILIP decidere di partecipare alla nuova Berry Area di Macfrut, fiera specificamente dedicata all’ortofrutta che si terrà a Rimini dal 6 all’8 maggio 2025.

Con la nostra partecipazione alla Berry Area – ci ha raccontato Gianluca Tamagnini, Business Manager della BU Fresh Produce Packaging di ILIP (foto di copertina) - abbiamo intenzione di raccogliere le necessità del settore, di analizzare le criticità per poi migliorare ancora il nostro supporto tecnico. Per noi sarà un punto d’ascolto. Il nostro reparto di ricerca e sviluppo è sempre puntato verso l’innovazione e, visto anche l’arrivo del nuovo regolamento europeo sugli imballaggi PPWR (n.d.r Regolamento UE 2025/40), sarà fondamentale il confronto con tutti gli operatori. I nostri clienti hanno necessità di soluzioni per ridurre i costi e questo passa anche attraverso la riduzione dello scarto di prodotto”.

Proprio con l’idea di ridurre al minimo lo scarto, proteggendo i piccoli frutti, quindi di continuare a perseguire l’obiettivo di sostenibilità, anche ambientale, sempre al centro dell’attenzione a Bruxelles, ILIP ha studiato un imballaggio particolare per i Berries: i cestini termosaldabili B40 e B46 Air Wave. 

Cestino della gamma Air Wave di ILIP

Non necessitano di assorbente sul fondo e dopo l’uso possono essere riciclati nel flusso R-PET: “La gamma Air Wave è una soluzione nata seguendo le esigenze del mercato britannico, sempre all’avanguardia e punto di riferimento per quanto riguarda i berries. Abbiamo alleggerito il peso del cestino, mantenendo inalterate le performance tecnico/meccaniche e l’attenzione alla necessità di allungare il più possibile la shelf-life del prodotto. Grazie alla bombatura sul fondo che ammortizza le sollecitazioni, i cestini Air Wave non necessitano di pad. Sono poi monomateriale in R-PET e quindi adatti a essere ulteriormente riciclati. Un packaging ben studiato può allungare la vita dei berries e aumentarne l’appeal, il consumatore infatti è sempre più è attento anche all’estetica della frutta”.

L’ultima novità in ordine di tempo introdotta da ILIP è il riciclo delle vaschette in PET già riciclato (R-PET), T2T R-PET®, all’insegna dell’economia circolare. L’azienda emiliana è fra le poche in Europa ad avere integrato verticalmente il riciclo di vaschette: “E’ stata una sfida iniziare a riciclare le vaschette post consumo, prima riciclavamo solo bottiglie in R-PET. Per riuscirci è stato necessario creare una seconda linea dedicata di riciclo nel nostro impianto AMP Recycling di Ferrara”, ha continuato Tamagnini.

“L’attenzione per la sostenibilità è qualcosa che perseguiamo, che ci contraddistingue e differenzia già dal 2004 – ha aggiunto. L’abbiamo codificata nelle nostre tre R: Ridurre, Riciclare, Risorse Rinnovabili. All’inizio degli anni 2000 abbiamo introdotto le bioplastiche compostabili in PLA ed è stato il primo passo. 

Imballaggi della linea Life+ di ILIP

Più di recente abbiamo presentato imballaggi molto particolari e innovativi come il Life+ Bioactive, un imballaggio attivo che grazie a una sostanza naturale estratta dell’esoscheletro dei crostacei e a diversi estratti naturali di vegetali riesce a prolungare la vita del prodotto anche di 48 ore. Fra le sue caratteristiche c’erano quelle di ridurre l’avvizzimento e il rilascio dei succhi, rallentare la maturazione, mantenere le caratteristiche organolettiche e ritardare la proliferazione batterica e delle muffe . 

È importante considerare il metabolismo del prodotto e su fragola, per esempio, Life+ Bioactive era veramente performante. A livello commerciale non ha avuto molto successo ma noi ci crediamo. Forse i tempi non erano ancora maturi, quando l’abbiamo lanciato”.

Se l’attenzione alla sostenibilità fino a poco tempo fa è stata una caratteristica che le aziende potevano scegliere di abbracciare, come elemento distintivo per differenziarsi sul mercato, sempre più diventerà un obbligo per riuscire a competere. Con l’entrata in vigore della nuova direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive) infatti, che opera già sull’anno 2024, sono sempre più le aziende obbligate a redigere il bilancio di sostenibilità e anche se non si è fra queste, la nuova normativa costringe chi ne è coinvolto a controllare, a ritroso, lungo tutta la catena del valore, anche la sostenibilità dei fornitori. 

Per riuscire ad accedere a determinati mercati europei, per avere un finanziamento bancario o per entrare in GDO molto presto la sostenibilità diventerà dirimente. Ogni dettaglio quindi, compreso il packaging, potrebbe fare la differenza.

Barbara Righini


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