Pasquini & Bini, che da cinquant’anni propone vasi per vivaismo e le coltivazioni fuori suolo, ha recentemente investito in un progetto ambizioso e particolarmente innovativo. Piergiorgio Loperfido, CEO di Pasquini & Bini, ci ha parlato di questa innovativa linea. Al centro di questa nuova gamma di prodotti ci sono infatti la sostenibilità e la circolarità come elemento di miglioramento non solo dell’impatto sull’ambiente, ma anche delle prestazioni dei vasi e quindi dei risultati per i vivaisti e gli agricoltori.
In che modo un’azienda che produce oltre 20 milioni di vasi in un anno riesce a creare innovazione in un settore che potrebbe sembrare molto tradizionale e indifferenziato come quello dei vasi per le piante?
La linea di vasi da coltivazione Infinity ha un impatto ecologico positivo ed è stata ideata dalla collaborazione innovativa con Lucart e con il supporto del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa. La linea è realizzata con il GranPlast, un innovativo materiale che rappresenta per Pasquini & Bini un concreto impegno per un futuro sostenibile.
Come si realizza questa sostenibilità?
Questo materiale sostenibile contribuisce non solo a ridurre lo smaltimento, ma anche a preservare l’ambiente toscano, poiché gran parte della materia prima riciclata rimane nel territorio. Questo è in linea con la filosofia dell’economia circolare, in cui la breve catena di produzione è fondamentale. Il manufatto a fine vita può essere recuperato e riciclato all’infinito. Proprio per questo abbiamo scelto il nome INFINITY.
Quali vantaggi offre il materiale utilizzato per questa linea?
Il GranPlast regola la temperatura dell'apparato radicale, fornendo condizioni ottimali di crescita; riduce il surriscaldamento durante l'estate, beneficiando la salute delle radici e riducendo lo stress; favorisce la fitostimolazione, migliorando la salute delle piante senza danneggiarle, soprattutto con substrati acidi. Gli esperimenti mostrano che le piante cresciute nei vasi Infinity sono più sane e sviluppate rispetto a quelle in vasi tradizionali.
Qual è il contributo della linea alla sostenibilità?
Il progetto GranPlast è nato in collaborazione con Lucart, azienda impegnata a realizzare modelli di business circolari per rigenerare e accrescere i capitali naturali, sociali ed economici.
GranPlast è un materiale derivante dal riciclo di imballaggi tipo Tetra Pak®. Grazie a questo innovativo progetto, si recuperano tonnellate di cartoni per bevande tipo Tetra Pak® post consumo, per trasformarle in materia prima-seconda. Dalla separazione delle sue componenti, Lucart estrae la cellulosa, utilizzata per realizzare carta riciclata.
La restante parte, composta da polietilene e alluminio, viene granulata per ottenere il GranPlast. E alla fine del ciclo, l’assenza di carbon black semplifica lo smaltimento a fine coltivazione, rendendo i vasi Infinity una scelta sostenibile. Il vaso ha superato con successo i test di riciclabilità dell’Institut Cyclos.
Quali risultati si raggiungono utilizzando questa linea di vasi?
Dagli esperimenti condotti in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Agro-ambientali dell'Università di Pisa è emerso che le piante, come mirtillo, lampone, lattughino e fagiolo, mostrano significativi incrementi di crescita quando coltivate nei vasi Infinity. Questi incrementi possono raggiungere il 30% sul peso secco della parte aerea e fino al 25% sul peso secco delle radici. Tali risultati sono particolarmente evidenti nelle piante coltivate in substrato con pH acido e sub-acido.
Uno degli aspetti critici dei vasi riguarda la reazione alle temperature ambientali.
Il materiale consente un controllo della variazione delle temperature e rende le piante maggiormente protette dagli sbalzi termici, in special modo quando sono esposte direttamente al sole, come nei mesi estivi, rendendo l’ambiente di crescita più favorevole allo sviluppo dell’apparato radicale (temperature sopra i 50° gradi creano sofferenza alla pianta, oltre la portano a morte certa).
Quali risultati avete ottenuto con la serie Infinity?
Nei vasi Infinity sono state riscontrate temperature inferiori fino a 10/11° rispetto ai vasi di controllo in PE nero sotta la diretta esposizione al sole nei mesi estivi mentre, durante la notte o in inverno o in giornate di pioggia o non soleggiate, la temperatura è pressoché uguale al vaso di controllo.
Quindi, i vasi realizzati con questo materiale tutelano la salute della pianta molto di più rispetto ai comuni vasi da coltivazione già in commercio.
Quindi anche la composizione della materia prima dei vasi ha un effetto sulle piante?
La composizione della materia prima utilizzata per i vasi Infinity ha un’azione fitostimolante dovuta al rilascio di particelle nel substrato da parte delle pareti del vaso. Le piante risultano molto più vitali e tale crescita è stata poi dimostrata con i test distruttivi sulle coltivazioni e le successive analisi di laboratorio.
Quali effetti sono stati dimostrati dalla presenza di alluminio nella composizione dei vostri vasi?
La presenza di alluminio nel materiale ha indotto l’azienda a iniziare nell’ottobre del 2022 una sperimentazione – durata oltre un anno - su più cultivar con varie tipologie di irrigazione (a goccia e subirrigazione) per testare gli effetti sulla crescita delle piante, le quali non hanno mostrato alcuna sofferenza ma, all’esito finale dei test, sono risultate più sviluppate e sane rispetto alle piante coltivate in vasi di controllo prodotti con polietilene nero.
In particolare come si sviluppa questo effetto?
Il rilascio graduale e controllato degli elementi presenti nel composito, soprattutto in presenza di substrato acido o sub-acido, favorisce la stimolazione delle piante anziché generare danni come inizialmente si poteva temere. Gli esiti dei test di laboratorio hanno confermato i dati rilevati empiricamente e dimostrato che le piante e le varie parti (radicale, fogliare, semi e frutti) non accumulano alluminio e la quantità rilevata è ben al di sotto dei limiti di sicurezza (limiti EFSA - Autorità europea per la sicurezza alimentare).
I risultati più importanti sono stati ottenuti, in particolare, sulle piante di fagiolo, pianta che in letteratura risulta essere la più sensibile agli effetti di fitotossicità dell’alluminio.
Come sono state condotte le prove?
Tutte le prove e i test di laboratorio sono stati condotti dal DiSAAA-a dell’Università di Pisa, nelle condizioni più sfavorevoli possibili per la pianta in modo da favorire il rilascio maggiore possibile delle componenti del materiale dalle pareti del vaso.
Altre prove di coltivazione sono state effettuare su piante da frutto e con foglia edibile quali lattughino, mirtillo e lampone utilizzando le stesse metodiche e procedure.
Quali risultati sono stati osservati, in particolare per quanto riguarda la crescita delle piante?
I risultati mostrano incrementi di crescita - addirittura fino al 70% - delle piante coltivate negli Infinity rispetto alle piante coltivate in vaso in PE nero.
Questi test hanno dimostrato l’enorme versatilità dei vasi che possano essere impiegati per la coltivazione in assoluta sicurezza, su qualsiasi pianta e con qualsiasi tipo di irrigazione, con parametri di crescita sorprendenti.