Ad Altopascio, nel cuore della Toscana e vicino al distretto vivaistico di Pistoia, è situata la Nuova Pasquini e Bini Spa, un’azienda che da oltre quarant’anni produce vasi in plastica per il vivaismo, il garden e l’arredo urbano. Questa azienda da piccola realtà artigiana è diventata un’industria in grado di esportare i propri prodotti in 75 paesi del mondo.
Con la qualità dei materiali, resistenti e duraturi nel tempo, e una particolare attenzione alle problematiche agronomiche e fitosanitarie, produce vasi in grado di ottimizzare i processi produttivi. Ne sono di esempio le serie di vasi anti-spiralizzazione, contenitori studiati per una corretta e sana crescita ed espansione dell’apparato radicale.
Ad esempio, oggi, per la produzione delle piante del mirtillo viene scelto prevalentemente il vaso da vivaio o il mastello. Questo per un motivo molto semplice: l’apparato radicale della pianta del mirtillo è superficiale e non necessità di un terreno profondo. Allo stesso tempo, però, richiede una grande attenzione alla qualità e alla composizione del terreno che deve essere acido e con un PH controllato.
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Coltivando il mirtillo in vaso, si evitano i problemi di assorbimento e carenze organiche e la struttura del suolo non è più un problema, permettendo la realizzazione di impianti produttivi in qualsiasi luogo. Il mirtillo ha un bisogno idrico elevato ed è importante che il terreno abbia sempre un certo grado di umidità evitando i ristagni.
I vasi anti-spiralizzazione, già testati ampiamente e con grande successo nel mondo della canapa, garantiscono un perfetto sistema di areazione all’apparato radicale e un dosaggio dell’acqua sempre ottimale. Possono essere, inoltre, risolutivi in tutti quei casi in cui l’ambiente non consente una buona riuscita della coltivazione tradizionale (terreni rocciosi, sabbiosi, aridi) o dove la siccità e scarsità di acqua è tale da renderla difficile o addirittura impossibile. Rispetto alla coltivazione in suolo si elimina del tutto il contatto con gli agenti patogeni del terreno e i marciumi basali. L’apparato radicale della pianta è protetto dal substrato grazie al quale si ottengono produzioni più controllate, sia per quanto riguarda lo stato nutrizionale sia per quello sanitario.
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Le piante coltivate in terra usano gran parte della loro energia per cercare, attraverso le radici, le sostanze nutritive, attività che ne limita lo sviluppo e la crescita. Con la coltivazione in contenitore questa fatica viene meno: l’acqua, ricca di sostanze nutritive, è somministrata direttamente alla pianta, l’apparato radicale non ha bisogno di espandersi e dal substrato riceve i nutrienti e i sali minerali di cui ha bisogno.
Questo metodo consente un minor utilizzo di acqua, circa un decimo rispetto al consumo richiesto dalla coltura in suolo.
L’impatto ambientale è un aspetto da non sottovalutare: oltre al risparmio idrico c’è un utilizzo mirato dei fertilizzanti senza dispersioni nel terreno, spesso la totale assenza di diserbanti e un impiego molto ridotto di antiparassitari, quest’ultimi artefici di effetti dannosi per le colture.
Fonte: Nuova Pasquini e Bini S.p.A.