04 lug 2025

La genetica del lampone in Europa: dall'eredità pubblica all'innovazione proprietaria

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Di Jorge Duarte  | Hortitool Consulting

Il panorama europeo del breeding del lampone ha subito una trasformazione sismica. Dalle sue origini nel settore pubblico fino all’ecosistema altamente privatizzato e guidato dalla proprietà intellettuale del 2025, l’innovazione genetica nel lampone ora si bilancia tra iniziative open-access e programmi commerciali rigidamente controllati. Questo articolo analizza criticamente la traiettoria, la struttura attuale e le prospettive future del breeding del lampone in Europa.

L’eredità pubblica: le basi della genetica del lampone in Europa

Per decenni, istituzioni come il James Hutton Institute (Scozia) e il NIAB EMR (Inghilterra) sono state le pietre miliari del breeding del lampone.

Il loro lavoro pionieristico su varietà unifere come ‘Glen Moy’ e ‘Glen Ample’, ha puntato su stabilità produttiva, adattamento climatico e resistenza al Raspberry Bushy Dwarf Virus (RBDV). Radicati in una filosofia di germoplasma aperto, questi sforzi hanno democratizzato l’accesso al breeding e posto le basi per successive innovazioni.

Impollinazione dei fiori di lampone (foto: Niwa)

Ascesa del breeding privato: varietà club e filiere chiuse

I primi anni 2000 hanno segnato una svolta con l’emergere di tipi primocane e coltivazione in tunnel tutto l’anno. Aziende private come Driscoll’s, Planasa, BerryWorld Plus e Advanced Berry Breeding (ABB) sono rapidamente salite alla ribalta. Il loro portafoglio di varietà club — tra cui ‘Adelita’, ‘Maravilla’, ‘Diamond Jubilee’ e ‘Kwanza’ — ha puntato su rese elevate, lunga conservabilità e aspetto visivo attraente, pur all’interno di rigidi schemi di proprietà intellettuale (IP).

Questa concentrazione limita l’accesso al germoplasma per gli operatori più piccoli e solleva interrogativi sulla diversità genetica a lungo termine. I produttori esprimono sempre più la necessità di una base genetica più ampia e accesso a materiale di breeding alternativo.

Amalia Rossa (Berryplant) in substrato, Portogallo (foto: Jorge Duarte)

Democratizzazione tramite regolamento: il ruolo dell’UE

La legislazione europea consente il breeding a partire dai semi estratti da frutti commercializzati. Questa disposizione consente a breeder indipendenti, vivai e piccoli produttori di avviare programmi di breeding. Il rispetto dei test DUS (Distinzione, Omogeneità, Stabilità) e delle norme fitosanitarie garantisce la legittimità commerciale.

Regioni come Spagna e Italia hanno colto questa opportunità, favorendo la proliferazione di iniziative di breeding indipendenti dalla metà degli anni 2000.

Lampone nero in un campo di selezione (foto: Niwa)

Il modello ibrido: i vivai diventano breeder

Un numero crescente di vivai oggi unisce propagazione e sviluppo genetico:

  • NIWA Berry Breeding Ltd. (Polonia): oltre 250 incroci annuali di Rubus con marcatori molecolari per resistenza al RBDV e contenuto di antociani.
  • Sant'Orsola (Italia): breeding interno di ‘Lagorai Plus’ e ‘Vajolet’ per coltivazione in tunnel fuori suolo.
  • Berryplant (Italia): propone varietà proprietarie come ‘Amira’, ‘Clarita’ e ‘Amalia Rossa’.
  • Vival Molari / GBerries (Italia): ha sviluppato ‘Ensoradira’, ‘Easy Star’ ed ‘Easy Rock’.
  • Mattivi Group (Italia): specializzato in innovazione del lampone rosso con ‘Serena’, ‘Nives’ e ‘Dolcevita’.
  • Lubera (Svizzera): specializzato in cultivar di nicchia e da giardinaggio domestico.
  • Viveros California (Spagna):  le varietà primocane ("Alegría" e "Abril") offrono versatilità per tutto l'anno e un sapore/qualità forti, ideali per la moderna produzione a stagione prolungata. Il lampone floricane San Rafael rimane un'ottima scelta per i sistemi biennali convenzionali, che si concentrano su dimensioni, consistenza e gusto dei frutti.
  • FNM (Fresas Nuevos Materiales S.A, Spagna) ha introdotto la sua prima varietà di lampone, Noelia, nella stagione 2021-22. Rappresenta la diversificazione di FNM al di là delle fragole e mostra versatilità nel raccolto, supportando le operazioni di produzione che richiedono frutti fuori stagione.

Collo di bottiglia genetico e potenziale innovativo

Nonostante l’ingresso democratizzato, il pool genetico resta ristretto. I programmi privati principali, come Planasa (con circa 225 varietà registrate), tendono a riciclare linee élite. In assenza di finanziamenti mirati a gusto, resistenza a malattie e resilienza climatica, l’innovazione rischia la stagnazione.

Iniziative pubblico-private come EUBerry e BreedingValue colmano queste lacune tramite scansione del germoplasma e selezione per tratti genetici. Tuttavia, il loro impatto commerciale è ancora limitato da problemi di scalabilità e penetrazione del mercato.

Lamponi gialli (foto: Niwa)

Leader del settore e influenza strategica

Tra i principali attori di mercato figurano:

  • Planasa (Spagna): varietà proprietarie come ‘Adelita’ e la nuova ‘Pink Hudson’.
  • Driscoll’s: leader globale con primocane come ‘Maravilla’, ‘Yasmin’ e ‘Reyna’, soprattutto in Marocco.
  • BerryWorld Plus (UK): modello verticale che integra breeding e marketing con varietà come ‘Diamond Jubilee’, ‘Sapphire’.
  • Advanced Berry Breeding (Paesi Bassi): include ‘Kwanza’, ‘Rafiki’, ‘Malaika’.
  • NIWA (Polonia): struttura solida per breeding assistito da marcatori molecolari.
  • Marionnet Label (Francia): focus sul gusto con varietà come ‘Pink Star’.
  • East Malling Rubus Breeding Consortium (UK): varietà come ‘Malling Bella’, ‘Malling Charm’, in un modello di partnership semi-chiuso.

Enrosadira (G-Berries) in produzione in pieno campo, Portogallo (foto: Jorge Duarte)


Panoramica di mercato e tendenze produttive

  • Mercato UE lamponi + more (2024): €1,3 miliardi (+1,7% su base annua)
  • Consumi: 175.000 tonnellate (2024), -4,2% rispetto al 2023
  • Produzione: ~114.000 tonnellate nel 2024, -1,5% su base annua
  • Principali produttori:
    • Spagna: 46.000 t (40%)
    • Portogallo: 37.000 t (32%)
    • Polonia: 17.000 t (15%)
  • Importazioni: 204.000 t per un valore di €1,67 miliardi
  • Esportazioni: 143.000 t per un valore di 1,21 miliardi USD (guidate da Spagna e Portogallo)

L'Europa a un bivio genetico

Come descritto sopra, lo scenario in evoluzione della produzione di lamponi in Europa rivela una tendenza crescente: vivai e produttori stanno sempre più internalizzando i programmi di breeding per ottenere il controllo sulla proprietà intellettuale (IP). Sviluppando cultivar proprietarie, questi attori riducono la dipendenza da breeder globali come Driscoll’s o Planasa, le cui varietà esclusive sono spesso associate a elevate royalty e termini di licenza restrittivi.

Questo cambiamento mira non solo a ridurre i costi di produzione e migliorare i margini di profitto, ma anche a generare cultivar specificamente adattate alle condizioni climatiche locali, alla pressione regionale dei parassiti e a una maggiore conservabilità post-raccolta. Inoltre, molti di questi attori stanno adottando modelli di integrazione verticale che unificano breeding, propagazione e produzione commerciale.

Tale integrazione assicura maggiore coerenza, accelera il processo innovativo e fornisce un vantaggio competitivo distintivo in un settore dei frutti freschi sempre più competitivo.

In questo momento cruciale, l’Europa si trova a un bivio. Sebbene esista la capacità tecnica per ampliare la diversità genetica del lampone, gli attuali quadri normativi sulla proprietà intellettuale e la concentrazione guidata dal mercato limitano la portata dell’innovazione. Sbloccare la prossima ondata di progressi richiederà un riallineamento – uno che colleghi politiche di supporto, rafforzamento del ruolo dei breeder e domanda di mercato per cultivar resilienti, di alta qualità e diversificate.

Il futuro della genetica del lampone potrebbe non essere determinato dai grandi colossi multinazionali, ma dall’intersezione tra iniziative su piccola scala, flessibilità normativa strategica e investimenti pubblico-privati collaborativi.



Lamponi Driscoll's (foto: Driscoll's)

Fonti

Cover photo: Driscoll's


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