Durante il recente evento organizzato dal CREA nell’ambito del programma Berry Area, il focus si è concentrato sulla produzione di fragole in Italia e in Spagna. Nonostante una stagione segnata da condizioni climatiche eccezionalmente difficili, è emerso un quadro sorprendentemente positivo, alimentato da innovazione, resilienza e una visione promettente per il futuro delle fragole italiane.
Clima avverso, ma cresce l’ottimismo
I produttori e i breeder presenti all’evento non si sono lasciati abbattere dal maltempo. Al contrario, molti hanno segnalato progressi incoraggianti per la stagione 2024.
Anni di importanti investimenti nei programmi di breeding delle fragole stanno cominciando a dare i loro frutti. Nuove varietà più robuste stanno aiutando i produttori a far fronte alle avversità climatiche sempre più frequenti. Queste innovazioni non sono solo conquiste tecniche: rappresentano una vera ancora di salvezza per un settore sotto crescente pressione ambientale.
Segnali dal mercato: un prezzo che fa riflettere
Anche al livello del consumo arrivano segnali incoraggianti. In Italia, il prezzo medio al dettaglio delle fragole è aumentato dell’8,3% nel 2024 — un incremento significativo (circa +0,50-0,70 Euro al kg, a seconda delle zone).
Ciò suggerisce che i consumatori italiani stanno riconoscendo e premiando la qualità. Il mercato mostra disponibilità a pagare di più per un prodotto che risponde in modo costante alle aspettative. Per i produttori, questo non è solo un dato: è la conferma che i loro sforzi vengono percepiti e apprezzati.
L’eredità della Candonga: una lezione di branding
Nel mondo dei piccoli frutti, la storia della Candonga ha lasciato un segno. In pochi anni, questo marchio è diventato sinonimo di fragole di alta qualità in Italia. Proprio come Melinda per le mele, Candonga era più di un nome: era una garanzia.
Oggi, però, quel marchio un tempo forte ha perso visibilità. Il suo declino ha lasciato un vuoto nel mercato italiano: uno spazio per l’eccellenza che oggi è occupato solo in modo incerto. La vera perdita? L’assenza di un’identità forte e riconoscibile per le fragole italiane di fascia alta.
Un mercato senza bandiera
Attualmente, il mercato delle fragole italiane è di fatto privo di un marchio di punta — un nome che il consumatore possa associare istintivamente alla qualità. La Basilicata, regione nota per le condizioni ideali alla coltivazione della fragola, sta emergendo come ancoraggio geografico.
Ma senza una protezione ufficiale come indicazione geografica, il suo potenziale rimane inespresso e la sua identità sfumata. Questa situazione trasmette un doppio messaggio: da un lato, esiste una chiara opportunità di mercato che i produttori aspirano a cogliere; dall’altro, si avverte un rimpianto per occasioni passate non sfruttate.
Riconnettersi con il consumatore premium
Nelle ultime stagioni, i produttori italiani non hanno fatto abbastanza per promuovere e posizionare attivamente le proprie offerte di alta gamma. Il risultato? I consumatori alla ricerca di fragole di qualità spesso faticano a trovarle — anche quando sono già presenti sugli scaffali.
Di fatto, abbiamo lasciato il consumatore premium delle fragole senza un punto di riferimento. Il prodotto esiste. La qualità c’è. Ma manca il racconto.
La strada da seguire
Se il settore vuole recuperare terreno, deve adottare strategie coordinate di marketing e comunicazione. Non basta coltivare un buon prodotto: è necessario aiutare i consumatori a riconoscerlo, fidarsi di esso e desiderarlo.
C’è ancora tempo per voltare pagina. La fragola italiana ha tutto ciò che serve per prosperare: eccellenza agronomica, interesse da parte dei consumatori e una tradizione di cui andare fieri. Ciò che ora serve è una visione condivisa — e la volontà di costruire una comunicazione all’altezza del frutto stesso.
Thomas Drahorad