Il sole favorisce lo sviluppo di fragole succose e profumate, ma è fondamentale evitare la manipolazione dei frutti durante le ore più calde e sotto i raggi diretti: l’eccesso di calore può compromettere la compattezza della superficie e favorire la comparsa di muffe, pregiudicando la qualità del raccolto.
La fragola rappresenta il cuore produttivo di Arborea, una coltura che ha radici profonde nella storia locale: «In Sardegna è stata introdotta dal Nord Italia in occasione della Bonifica – racconta Roberto Floris, tecnico responsabile del settore orticole della Cooperativa Produttori –. Da allora si è diffusa sull’intero territorio regionale, mantenendo però per Arborea un forte valore identitario».
Produzione e criticità
Attualmente, la Cooperativa riunisce dodici agricoltori e agricoltrici, che coltivano circa 14 ettari, con una produzione annua di circa 300 tonnellate di fragole, per un valore economico che supera il milione di euro (oltre 1.000.000 €).
«È una delle poche colture che ancora ripaga gli elevati investimenti iniziali, a carico esclusivo dei produttori nei primi quattro mesi – spiega Floris –. La principale criticità del comparto è la carenza di manodopera specializzata, particolarmente necessaria nella stagione produttiva che va da ottobre a giugno».
Valore sociale e sagra
Il prodotto locale sarà protagonista della tradizionale Sagra delle Fragole, in programma durante il fine settimana del Primo maggio, nell’ambito della Fiera Zootecnica di Arborea, organizzata con il supporto della Pro Loco.
«La fragola per noi ha anche un importante valore sociale. Recuperare questa manifestazione era una priorità, dopo un periodo di declino iniziato nei primi anni Duemila», sottolinea Paolo Sanneris, presidente della Pro Loco.
Mercato e valorizzazione
Il mercato locale mantiene ancora una buona resistenza rispetto alla concorrenza estera, in particolare quella spagnola.
I dati di vendita, sia nella grande distribuzione sia nelle botteghe di prossimità, confermano che i consumatori sono disposti a riconoscere un valore superiore al prodotto locale, premiandone qualità e origine.
Un esempio virtuoso di valorizzazione è rappresentato dal progetto Arrubiedda, marchio creato dalla cooperativa Le Agavi.
«L'idea è nata dal desiderio di mettere in evidenza l’impegno manuale e artigianale che accompagna la produzione delle nostre cassette di fragole – racconta Stefano Orrù, ideatore del marchio –. Mia madre Lucia ha sempre curato personalmente la composizione estetica dei cestini, mentre mio padre Antonio si è dedicato alla gestione agronomica. Volevamo raccontare questa attenzione, trasformandola in un’identità riconoscibile».
Caratteristiche del marchio Arrubiedda
Il marchio prende il nome dal termine sardo Arrubiedda, che significa “rossiccia”, ed è rappresentato da un logo dalle sfumature calde.
«Quando abbiamo avviato il progetto – ricorda Lucia Caddeo – coltivavamo la varietà Naiad, caratterizzata da frutti a forma di cuore, di grandi dimensioni, molto dolci e di un rosso intenso.
Oggi la produzione è focalizzata sulla varietà Nabila, la più apprezzata dal mercato».
Un ulteriore elemento distintivo di Arrubiedda è l’approccio sostenibile alla coltivazione: la riduzione drastica dell’uso di pesticidi e fitosanitari è stata possibile grazie all’impiego di insetti antagonisti e strumenti manuali, come il piccolo tosaerba utilizzato per mantenere il prato tra i filari.
«Abbiamo sempre avuto a cuore il rispetto della biodiversità – conclude Caddeo –. Non abbiamo mai rincorso la produzione intensiva, né forzato i cicli naturali della pianta».
Fonte: La Nuova Sardegna